IQ. 08/09/2013 – Buongiorno a tutti voi deliziosi lettori del nostro quotidiano, oggi qua a Latina c’è il sole e credo arriverà anche il caldo, abbiamo avuto un estate bizzarra, non trovate? Finalmente tutti stanno tornando ai loro “posti di combattimento” anche il mio capo Pietro Bardoscia, che mi filtra le rubriche e Il Dott. Brozzi, che sento solo tramite mail o messaggi e che non si degna di farmi neanche una telefonata….buongiorno ad entrambi dormiglioni!
Ieri sera sono stata in un ristorante dove all’entrata c’era un sonetto scritto in ABBA composto da otto quartine, ma per imparare a noi va bene tutto, l’importante è capire come funziona l’impostazione di una poesia, naturalmente prima di fotografare l’enorme scritta e riportarvela sulla nostra rubrica, ho chiesto al proprietario del locale se potevo farlo, il sonetto in questione non vuole essere una pubblicità, me ne guarderei bene, allora ho cambiato i nomi dei proprietari contenuti in esso ma che sono serviti all’autore per le rime, per il luogo non vi sono problemi, nei pressi della marina, a Foce verde, ci sono tantissimi ristoranti.
A FOCE VERDE IN MEZZO A LA CAMPAGNA
‘N’DO C’E’ A POCA DISTANZA LA MARINA,
TRA L’ARIA OSSIGENATA E SOPRAFFINA
CE STA’ STO’ RISTORNATE IN POMPA MAGNA
E’ TRA LI MEJO IN ZONA CERTAMENTE
PE’ LA GRANNEZZA E PE’ LA POSIZIONE
ADATTO A CENTINAIA DE PERSONE
E ‘N GRAN PARCHEGGIO SPAZIOSO VERAMENTE
GINO ER PADRONE VIE’ DA LA GAVETTA
HA FATTO ER TIROCINIO IN PIU’ LOCALI
A CERTI PER DAVERO ECCEZIONALI
PE’ FAMA DE CUCINA CH’E’ PERFETTA
E’ UN VERO MAGO IN ARTE CULINARIA
CACCIA, CARNE AROSTO, POLLI E PESCA
E’ TUTTA ROBBA PRIMA SCERTA FRESCA
E CUCINATA A ‘NA MANIERA VARIA
OGNI PORTATA T’ARILEGRA ER CORE
PER BON SAPORE E LA RAFFINATEZZA
E MENTRE MAGNI SENTI LA CERTEZZA
CHE LA CUCINA QUA E’ DE GRAN VALORE
CONTORNI CO’ ANTIPASTI PIU’ ASSORTITI
COMPLETANO OGNI PRANZO DE GRAN CLASSE
CHI VIE’ QUA DRENTO CERTO PO’ SAZIASSE
CO’ PASTI IN ABBONDANZA E BEN CONDITI
LA MOJE ANNA PURO LEI ‘N CUCINA
S’ACCOPPIA A LA BRAVURA DER MARITO
COSI CHE IN CONCRUSIONE DE ‘STO SITO
ESCE SOLO ROBBA SOPRAFFINA
PERCIO’ PE FA’ ‘N BON PRANZO O ‘NO SPUNTINO
PE’ CASCA’ BENE E SPENNE PURO POCO
NUN GIRA’ TANTO TE FARA’ BON GIOCO
VENI QUA A FOCE VERDE DAR SOR GINO
Quando ho letto questo sonetto sono rimasta colpita dalla semplicità con la quale è stato scritto rispettandone però i canoni, l’autore, tale I. Argentini lo scrisse quarant’anni fa circa in occasione di un banchetto e la cosa mi ha ricordato i vecchi stornellatori “de Roma” sapete quelli che con la chitarra si mettevano fuori dai locali e in due quartine esprimevano i loro sentimenti o i loro dissensi.
Erano i primi anni del novecento, con la grande guerra alle porte e il piu’ famoso tra tutti i sonettisti romani fu Pietro Capanna, in arte Sor Capanna, ricordate cari amici della domenica, l’intermezzo che egli usava come premessa autoreferenziale ai suoi sonetti/stornelli, il famoso:
DAJE DE TACCO DAJE DE PUNTA
QUANT’E’ BBONA LA SORA ASSUNTA
TIRA LO SPAGO, SPIGNI LA SEGA
BONASERA BONASERA
La differenza tra un sonetto da leggere e uno da musicare sta nella seconda quartina perchè, mentre la prima resta comunque in rima alternata, la seconda è in rima baciata e finisce con un verso breve di cinque sillabe al quale segue un endecasillabo, questo serviva all’epoca affinchè nell’ultimo verso giungesse puntuale la “zampata” graffiante e ironica, ma con la quale i stornellatori cantavano la verità.
Provate a ricordare il ritmo degli stornelli canticchiando questo sonetto de Sor Capanna, tra l’altro uno dei primi, cantato alla fine dell’ottocento , ma con una tematica che anche oggi farebbe discutere l’opinione pubblica….
SENTITE CHE VE DICE SOR CAPANNA
CH’ER MILLENOVECENTO S’AVVICINA
RITORNEREMO AI TEMPI DE LA MANNA
A UFFA CE DARANNO LA FARINA
MA SPERIAMO AR NOVECENTO
FENIRA’ QUESTO TORMENTO
CON BON LAVORO
RIFIORIRA’ ‘STO SECOLO DELL’ORO
In molti casi il sonetto nasconde la sua vera tematica o l’oggetto al quale si riferisce, come ha fatto il Dott Brozzi nel prossimo che leggerete, speditomi dallo stesso via mail. A volte non è semplice spiegare un concetto ad una persona senza un rapporto diretto “faccia a faccia”. Immaginate quanto devo scrivere io che sono una chiacchierona, ogni volta che mi rivolgo a lui e con il quale intrattengo una amichevole conversazione epistolare quotidiana, Questo sonetto è scritto con rime alternate, alcune fanno rima solo con gli accenti tonici:
LO TIRO’ FORA DA ‘NDOVE GELOSO ‘O CUSTODIVA
NON APPENA LEI LO VIDE, DE CORPO TRASALI’
E QUANNO L’AVEVA VISTO UNO GONFIO E GROSSO COSI?
D’ARTRONNE LO SGUARDO L’EMOZIONE TRADIVA
LENTAMENTE LUI JE L’AVVICINO’ PURO PE CAPI’
MENTRE LEI IN PROVOCATA TIMIDEZZA ARROSSIVA
TENTANNO DE FA LA RITROSA MA SE CAPIVA
CHE NUN ERA ‘A PRIMA VORTA A TROVASSE COSI’
AVIDAMENTE ALLUNGO’ LA MANO P’ACCHIAPPALLO
MA LUI COR MASCHILE ORGOJO LO RITRASSE
VOLEVA SAGGIA’ L’AMORE PRIMA CHE A LEI DALLO
MA COME ‘NA CAVALLA CHE ANNUSA ER QUADRIFOJO
E LA DESTREZZA DELL’ESATTORIA DE’ TASSE
D’UN TRATTO SPARI’ LEI INSIEME AR PORTAFOJO….
Ho trovato questo componimento simpaticissimo, anche perchè fino alla prima delle due terzine s’intende ben altro, ma sapete cari amici della domenica, il nostro maestro puo’ permettersi anche questo. Ora andiamo a leggere un altro sonetto che mi è piaciuto molto e che è stato scritto da un carissimo amico del Dott Brozzi, in rima baciata:
QUANNO TE SE DESTROBBE ER CORE
‘A RIMA E’ TROPPO FACILE: E’ AMORE
MA PURO QUELLO SE COMPRA E SE VENNE
ARMENO FINO A QUANNO NUN TE SCENNE
COSI LA BELLA MORA CO’ L’ARIA DA PROFANA
T’ARIPULIVA FINGENNOSE PUTTANA
VABBE’ LA CRISI E PURO I TEMPI CUPI
BELLA TRADITORA MIA TU ME DIRUPI
LASSA CHE PRIMA CAMBIO L’ACQUA A L’OLIVE
‘CHE TU ME RIPONI AR SACCO CO’ LE PIVE
Ed ecco alla fine della nostra rubrica un mio sonetto in ABBA CDC DED che mi è stato corretto dal maestro e scritto per la mia cara nonnina ricoverata a Roma che conto di andare a trovare al piu’ presto:
OGNI VORTA CHE VADO A TROVA’ NONNA
E LA RIVEDO DRENTO UN LETTO D’OSPEDALE
ME DOMANNO CHE AVRA’ FATTO DE MALE
IO ME RICORDO CH’ERA ‘NA BRAVA DONNA
‘NA VORTA A UN SANTUARIO A PREGA’ LA MADONNA
SEMO FINITE UNA SULL’ANTRA DRENTO A ‘N CANALE
D’ARTRA PARTE LA CADUTA ERA STATA FATALE
ME VIE’ DA RIDE A PENZA’ COME SE STRIZZAVA LA GONNA
E’ LEI CHE M’HA ‘NSEGNATO A SAPE’ FA DE TUTTO UN POCO
ME DICEVA “RICORDATE LAURE’ ‘NA DONNA VERA
DEVE SEMPRE SAPE’ FA’ BON VISO A CATTIVO GIOCO
PRIMA DE TUTTO HAI DA ESSE PULITA E SINCERA
E NUN TE FA RINCRESCE SE PE FA GROSSI I FIJ
DEVI DA SCORDA’ TE STESSA E LA CARRIERA”
Con questo cari lettori vi lascio e aspetto i vostri componimenti per la prossima domenica, vi aspetto domani sulla rubrica PROFESSIONE NONNI augurandovi di passare una simpatica domenica, vi invio un forte abbraccio virtuale.
nonna ciona