BREXIT – EBA Autorita’ bancaria europea ed EMA Agenzia europea del farmaco a Milano – Campagna di opinione: QN Il Giorno del 9 luglio 2016 pag. 3. – Intervista a Piero Bassetti
Istituto Europa Asia IEA EUROPASIA Europe Asia Institute
Informa
« Milano punti sulla dimensione padana per conquistare le agenzie europee»
Piero Bassetti: la città è nucleo aggregante per milioni di persone
IL RISULTATO del referendum in Gran Bretagna ha aperto il dibattito sulle opportunità per Milano di aggiudicarsi due enti ospitati a Londra: l’Agenzia europea per il farmaco e l’Autorità Bancaria Europea. Il Giorno sta interpellando rappresentanti del mondo produttivo, esperti di finanza e addetti ai lavori. Dopo il presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia, Achille Colombo Clerici, il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, il presidente della Camera di commercio italo-russa e italo-iraniana, Rosario Alessandrello, il presidente onorario della Camera della Moda di Milano, Mario Boselli, il presidente di Kairos Sima, Fabrizio Rindi, il presidente di Intesa San Paolo Privatebanking, Giampio Bracchi, l’ex direttore della Banca d’Italia in Lombardia, Alfio Noto, l’ex ministro, membro del comitato esecutivo dell’Aspen Institute Italia, Lucio Stanca, il managing partner dello studio Bonelli Erede, Stefano Simontacchi, oggi è il turno di Piero Bassetti, numero uno dell’associazione culturale Globus et Locus.
di LUCA ZORLONI
-MILANO
Piero Bassetti, politico e imprenditore, gia” presidente della Camera di commercio di Milano e di Regione Lombardia, oggi numero uno dell’ associazione culturale Globus et Locus che monitora l’evoluzione globale e locale nella società contemporanea,
Milano ha chance per aggiudicarsi l’Autorità bancaria europea (Eba)?
«Dico certamente sì».
Quali sono i punti di forza di Milano rispetto alle altre città in lizza, Francoforte e Parigi?
«Se Milano vuole realmente candidarsi a un ruolo nella negoziazione delle agenzie europee dopo la Brexit, lo può fare a condizione che riesca a rappresentarsi per ciò che è realmente: un aggregato urbano il cui peso non è quello del
suo Comune o dell’area del circondario, ma la sua e’ una dimensione metropolitana da Torino a Trieste, una dimensione padana. E di questo che vive Milano ed è su questo che può giocare la localizzazione tra il sud Europa e il Mediterraneo. Ha natura di nucleo aggregante con funzioni avanzate, tra cui la finanza, per milioni di persone».
Con che tempi agire?
«I tempi ci sono. C’è un tempo contingente che bene il sindaco Sala ha colto; ha saputo approfittare con rapidità di singole occasioni concrete, per agganciare l’Eba e l’Ena (l’Agenzia europea per il farmaco, che ha sempre sede a Londra, ndr). Ma contemporaneamente bisogna utilizzare le risorse culturali ed economico-finanziarie sul piano glocalista, perché Londra e Parigi sono capitali. Ma in un discorso globale, in cui si fa New York più importante di Washington, bisogna riflettere sulle funzioni delle grandi aree metropolitane e ricordare che una metropoli non è solo una concentrazione fisica di molti abitanti, ma uno snodo per la difesa, la finanza, i trasporti, la sanità, che si manifestano nell’incontro della dimensione locale».
Il modello è quello di Francoforte, non capitale e tuttavia scelta per ospitare la Bce ?
«La forza di Francoforte è la Ruhr, Milano deve giocare non a fare la città del Duomo, ma alla sua dimensione padana. Oggi da Torino a Milano con il Frecciarossa si impiegano 50 minuti; Torino è più vicina a Milano di quanto lo siano le periferie di Londra al centro».
Sapremo reggere lo scontro in Europarlamento e Commissione?
«La rappresentanza politica dipende dalla rappresentanza sociale.Noi dobbiamo riunire a Bruxelles una rappresentanza di quest’area tra nord e sud dell’Europa. E’ possibile se sapremo far capire alla politica europea qual è la realtà di quest’area, che nelle foto dello spazio dell’Europa illuminata di notte, è la zona con più luce. La società civile ha già costruito un’identità politica di quest’area. Ricordo la sorpresa di Clinton nell’andare in autostrada da Milano a Venezia, aveva detto: questa è una città continua. La costa est degli Stati Uniti ha insediamenti di questo tipo».
Meglio puntare sulle banche o sul farmaco?
«Sono due cose diverse. Per il farmaco la chiave è una convergenza concreta di imprese, non è difficile competere. Sul finanziario serve una presenza finanziaria, noi abbiano la Borsa in mano a Londra, sull’Eba può essere una carta, ma non basta un’offerta vantaggiosa immobiliare e di servizi».
L’area Expo si presta?
«Sì, su quell’area ci si attende la concentrazione dell’industria avanzata. Ha già determinato l’attrazione per il mondo informatico e le scienze della vita hanno un grosso riflesso nel digitale».