“Di cattivi errori ne ho fatti pochi, mi sono preso i miei applausi, mi avete dato fama e fortuna, Vi ringrazio tutti; noi siamo Campioni del Mondo” prendiamo le iconiche parole di Freddie Mercury dei Queen e immaginiamo Sinner, o Volandri pronunciarle in conferenza stampa: non stonano per niente, l’Italia è veramente campione del mondo! I ragazzi di Volandri hanno vinto la Coppa Davis, sono passati 47 anni dal precedente successo in terra cilena e questa volta non ci sono le magliette rosse o le sedute parlamentari che trasformarono la vittoria del 1976 in un caso anche politico. Da Panatta a Sinner, da Bertolucci ad Arnaldi, da Pietrangeli a Volandri, il tennis italiano ha dei nuovi volti che entrano nella storia della racchetta. In realtà si diceva già da molto tempo, già da anni ci si era convinti che la generazione contemporanea avrebbe condotto a traguardi mai raggiunti in precedenza, fin da quando la Volpe Rossa e Matteo Berrettini si sono avvicinati al circuito. Oggi a Malaga The Hammer era presente, non è potuto scendere in campo, ma il suo sostegno al team lo ha reso una presenza fissa in questo cammino iniziato alla Unipol Arena di Bologna, proprio dove comincia il racconto della Coppa Davis Italiana del 2023.
Dall’incubo Canada al trionfo totale
Negli ultimi anni, all’incirca da quando è entrata i vigore la tanto discussa rivoluzione della Coppa Davis, l’Italtennis ha subito delle sconfitte a tratti inspiegabili che rendevano l’Insalatiera una sorta di miraggio. Eccezion fatta per la Croazia del 2021, ci siamo sempre trovati la strada sbarrata da un Canada alla continua ricerca del successo. Non aveva mai trionfato il paese della foglia d’acero che si è ritrovato con una potenziale generazione d’oro proprio quando gli azzurri avevano tutte le carte in regola per vincere. È quindi nel 2019 e nel 2022 sono proprio i nordamericani ad eliminarci, non contenti ci hanno anche inflitto la sconfitta in questa edizione all’esordio nel girone bolognese e le loro ragazze si sono prese il mondiale femminile -la Billie Jean King Cup- alzandola in faccia alle azzurre di Tathiana Garbin. Un vero incubo, ma a Malaga qualcosa è cambiato e la squadra canadese ha raccolto i frutti di una stagione disastrosa della sua generazione d’oro subendo l’eliminazione ai quarti contro la Finlandia. D’improvviso l’avversaria principale non era più il Canada, ma sconfiggere in successione Olanda e Serbia non è di certo stato facile. Il temuto doppio degli orange è stato annientato dalla coppia magica Sinner-Sonego, il tiranno della racchetta Novak Djokovic è crollato contro la Volpe Rossa, per la seconda volta in pochi giorni, oltretutto sprecando tre match point che avrebbero cambiato la storia di questa competizione. La finale contro l’Australia è sembrata la sfida più semplice, anche se giunti a questo punto nulla può essere definito tale: Arnaldi ha vinto una battaglia contro Popyrin, cancellando -o traendo forza- il ricordo della palla corta che gli era costata la partita con van de Zandschulp. In conclusione Jannik ha vinto l’incontro con straordinaria naturalezza contro un amico/avversario che non poteva fargli scherzi proprio oggi. I precedenti noti di Sinner-De Minaur hanno sempre sorriso all’azzurro, portandogli il titolo alle Next Gen e a Toronto, ora si aggiunge un nuovo dolce, dolcissimo ricordo a tinte tricolori.
Il titolo degli italiani
“Ringrazio tutti gli italiani” sono state le prime parole di Jannik Sinner dopo il -per ora- più grande successo della sua carriera. Nelle ultime due settimane l’Italia ha adottato il ragazzo dai capelli rossi come nuovo idolo nazionale, prima alle Finals e ora alla Davis e lui stesso ha voluto ringraziare subito l’amore incondizionato dei tifosi regalando ai suoi fans azzurri un nuovo successo da festeggiare. L’ultima Coppa Davis risale, come detto, al 1976: neanche Volandri (classe 1981) l’ha vissuta, gran parte del popolo italiano non ha mai visto festeggiare l’Italtennis prima d’ora. Nel tempo ci sono stati i successi del calcio, del nuoto, scherma, volley e dei motori -ultimo dei quali proprio nel giorno della Davis con Bagnaia confermatosi campione in MotoGp-, ma i successi del tennis avevano iniziato a prender casa in altri lidi, vicini certo, ma la bandiera tricolore stava scomparendo dalle premiazioni. “Magari saremo diversi, ma siamo ancora gli stessi” cantava Jon Bon Jovi, ed è sicuramente una frase valida anche per questo Italtennis: ci siamo ripresi il posto che spetta alle nostre racchette, con volti nuovi e diversi torniamo ad essere quel popolo di vincitori in ogni sport, anche e ora possiamo dire soprattutto nel tennis. L’Italia vince la Davis in Spagna, una terra di conquista per gli azzurri dove nel 1982 lasciarono un segno indelebile con il pallone tra i piedi e adesso ancora nella penisola Iberica abbiamo trionfato in finale contro l’Australia -che nel 76 battemmo in semifinale- con un Volandri in stile Bearzot e un fenomeno universale come Jannik Sinner, il Paolo Rossi del mondiale 2023.