Fisco Immobili – “Record di tasse sul mattone” Il Giorno ed. 18 ottobre 2014 – Rubrica Assoedilizia Achille Colombo Clerici
A s s o e d i l i z i a
Property Owners’ Association Milan Italy
“Record di tasse sul mattone” Il Giorno ed. 18 ottobre 2014
ACHILLE COLOMBO CLERICI – PRESIDENTE ASSOEDILIZIA*
L’Italia, nel confronto internazionale, è il Paese con il maggior livello di tassazione sugli immobili. Lo confermano gli ultimi dati elaborati in uno studio realizzato per la Confedilizia dal prof. Francesco Forte, Emerito di Scienza delle finanze all’Università di Roma La Sapienza.
Già nel 2011 – emerge dallo studio – la media Ocse di imposte immobiliari dirette e indirette era inferiore di 0,17 punti sul Pil e di 0,18 punti sul reddito disponibile netto rispetto al totale italiano. Si può dire quindi che l’Italia fosse allineata, con un piccolo scarto positivo, alla media Ocse. L’Italia superava invece la media Ue, rispettivamente di 0,30 e 0,50 punti per il Pil e per il reddito disponibile.
Rispetto all’eurozona, la maggiore pressione fiscale dell’Italia era pari a 0,25 e 0,29 punti.
La manovra Monti per il 2012 ha portato l’Italia a una pressione della tassazione patrimoniale immobiliare del 2,2% sul Pil e del 2,75% sul reddito disponibile contro la media Ocse di 1,27% e 1,59%, ossia circa 1 punto in piu’ sul Pil e 1,15 sul reddito disponibile.
Il divario si accentua nei confronti della media Ue – che ha una pressione fiscale, rispettivamente, dell’1,15% e dell’1,40% – e, ulteriormente, con l’eurozona, che ha una pressione dell’1,13% e dell’1,40%, ossia la metà circa di quella dell’Italia sia rispetto al Pil che al reddito disponibile.
L’abnorme tassazione è la causa principale della crisi dell’immobiliare, senza la cui ripresa non ci sarà uscita dal tunnel per l’economia reale del Paese.
Nonostante i tentativi dell’Unione Europea e dei nostri decisori di convincere gli italiani a “dirottare” i loro risparmi dal mattone ad altre forme di investimento (borsa, fondi, fondi immobiliari e quant’altro) i connazionali continuano a comprare case, ma all’estero (45.000 unità, una città come Pisa, nel solo 2014), dove la tassazione è minore e soprattutto certa e dove soprattutto i valori immobiliari sono stabili e non precipitano, come avviene da noi a causa della tassazione eccessiva.
Ad ulteriore conferma della difficoltà di investire nell’edilizia del nostro Paese, i costruttori rappresentati dall’Ance denunciano che, a fronte della crisi in Italia, all’estero il fatturato delle nostre aziende è triplicato in meno di 10 anni.