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Controlli mirati sulle autocertificazioni degli studenti per beneficiare di sovvenzioni

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La Regione Lazio, le Università La Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre e Guardia Di Finanza di Roma fanno rete, collegano energie, professionalità, informazioni e banche dati in un comune impegno per “snidare” gli studenti benestanti mascherati da poveri che dichiarano il falso a scapito dei veri poveri, delle casse regionali ed universitarie. Oltre a semplificare e rendere più efficaci i controlli, il Patto ha lo scopo di evitare che passi avanti in graduatoria o paghi rette inferiori chi povero non è, alla faccia dei tanti giovani realmente bisognosi di un sostegno economico che li aiuti ad iniziare ed affrontare il loro percorso universitario.

I controlli, concentrati sulle posizioni anomale caratterizzate da indici di pericolosità, riguardano l’effettiva situazione reddituale e patrimoniale del nucleo familiare di ciascun studente selezionato.

Chi sarà “pizzicato” dovrà restituire i benefici indebitamente incamerati (borse di studio, esenzioni universitarie, alloggi, buoni pasto, agevolazioni nei trasporti, ect.) e, ove ne ricorrano i presupposti, verrà segnalato all’Autorità Giudiziaria per gli eventuali profili penali.

La strategia è chiara: unire le forze per perseguire più efficacemente obiettivi di equità sociale, assicurando una giusta redistribuzione di risorse pubbliche, tutelando le reali fasce deboli.

Il Patto anti-furbetti va inquadrato in una più ampia strategia di sinergie con Enti ed Istituzioni locali il cui obiettivo è quello di stanare i falsi indigenti che camuffandosi da poveri scavalcano in graduatoria i veri poveri che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.

Il ritratto che emerge dall’analisi dei dati è significativo: l’ 83,7 % dei 196.000 studenti iscritti risulta aver presentato la dichiarazione ISEE; di questi circa il 16 % è stato inserito nelle prime tre fasce (quelle di minor reddito) dell’ Università La Sapienza. Il 27 % è stato collocato nelle prime tre fasce delle Università Tor Vergata e Roma Tre.

Le maggiori richieste di sovvenzioni riguardano borse di studio, posti letto o contributi integrativi.

La percentuale aumenta, 90%, se si circoscrive l’analisi ai soli studenti stranieri, circa 7.000, il 15% dei quali risulta aver autocertificato redditi inferiori a 1.000 euro. Specifiche richieste di mutua assistenza finalizzate a riscontrare la veridicità di quanto dichiarato, sono state inoltrate alle competenti amministrazioni dei Paesi di origine.

Nel 2012, a fronte di 848 controlli, 521 sono risultati irregolari. Nel 2013 la percentuale dei controlli irregolari si attesta sul 63% delle posizioni verificate. Ecco allora spuntare veri e propri fuoriclasse della bugia come la studentessa, con padre proprietario di una Ferrari e di immobili di valore, che ha autocertificato un reddito annuo di 19.000 euro o la studentessa di Roma Tre che si è dimenticata di dichiarare redditi per oltre 70.000 euro. Ed ancora, la studentessa “smemorata” di Tor Vergata che ha dichiarato redditi per 14.313 euro scordandosi di possedere un patrimonio di oltre 600.000 euro.

Non solo repressione, ma anche prevenzione ed educazione alla legalità.

Verrà avviata una campagna di informazione e prevenzione per evitare che le risorse pubbliche finiscano nelle tasche sbagliate al fine di garantire l’equità sociale quale strumento per attuare i valori Costituzionali dell’uguaglianza dei cittadini (Art. 3 Cost.) e dei diritti inviolabili dell’uomo come singolo e nelle formazioni sociali (Art. 2 Cost.) diffondendo la cultura della legalità tra le generazioni future.

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