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Corruzione. Italia penultima in Europa.

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Nel 2015 l’Italia si classifica al 61esimo posto nel Mondo per quanto riguarda l’indice di percezione della corruzione (CPI), con un voto di 44 su 100: rispetto allo scorso anno si assiste ad un piccolo miglioramento nel giudizio sul nostro Paese, che guadagna un punto (da 43 a 44) e otto posizioni nel ranking mondiale (da 69 a 61). Pur migliorando a livello globale rispetto agli anni precedenti, la posizione dell’Italia rimane purtroppo in fondo alla classifica dell’Unione europea: siamo penultimi, seguiti solo dalla Bulgaria e dietro altri Paesi generalmente considerati molto corrotti, come Romania e Grecia entrambi in 58esima posizione con un punteggio di 46. L’indice di percezione della corruzione (CPI) di Transparency International offre la misurazione della corruzione nel settore pubblico e politico di 168 Paesi nel Mondo. I risultati della ventunesima edizione del CPI vengono presentati oggi a Roma presso la sede di Unioncamere, da Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, e Ivan Lo Bello, Presidente di Unioncamere. A livello di G20 l’Italia si piazza al decimo posto, dopo Canada, Germania, Regno Unito, Australia, Stati Uniti, Giappone, Francia, Corea del Sud e Arabia Saudita. Nell’Unione europea, invece, a guidare la classifica dei paesi con l’indice di percezione della corruzione più basso sono Danimarca, Finlandia e Svezia. All’interno degli ecosistemi mondiali il dossier sottolinea il crollo del Brasile, duramente colpito dal “caso Petrobras”, che ha perso 5 punti ed è passato dal 69esimo posto al 76esimo, mentre al vertice e in coda alla classifica la situazione rimane pressoché invariata: Afghanistan, Somalia e Corea del Nord si confermano anche quest’anno come i due Paesi più opachi, mentre la Danimarca è nuovamente campione di trasparenza. “Constatiamo con piacere che finalmente si è avuta un’inversione di tendenza, seppur minima, rispetto al passato, che ci fa sperare in un ulteriore miglioramento per i prossimi anni”, commenta il presidente di Transparency International Italia Virginio Carnevali: “Come dimostra la cronaca, la strada è ancora molto lunga e in salita, ma con la perseveranza i risultati si possono raggiungere. In questi giorni la Camera ha approvato le norme sul whistleblowing, le pubbliche amministrazioni stanno diventando via via più aperte e trasparenti, una proposta di regolamentazione delle attività di lobbying è arrivata a Montecitorio. Azioni queste che denotano come una società civile più unita su obiettivi condivisi e aventi come focus il bene della res publica porti necessariamente un contributo fondamentale al raggiungimento di traguardi importanti”. Per il Presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello “un passo in avanti del nostro Paese nelle classifiche internazionali sulla percezione della corruzione è sempre una buona notizia. Per compiere un salto di qualità importante occorre però un ruolo più forte della società civile che deve acquisire la consapevolezza che un sistema dove è grande la corruzione non crea ricchezza e alimenta profonde distorsioni del mercato. La battaglia per legalità e trasparenza è resa meno difficile dalla rivoluzione digitale in atto ed anche su questo fronte occorre insistere con decisione per fare della macchina pubblica un attore trasparente, imparziale e rispettoso delle regole del mercato”.

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