IQ. 19/10/2013 – Una città “armata” e pronta ad accogliere i manifestanti ed il corteo fin dalle prime ore dell’alba. Ottobre è un mese nero nel calendario delle manifestazioni e i romani purtroppo lo sanno bene. C’è chi da ieri sera è giunto a Roma, chi è arrivato stamattina, tutti uniti per protestare per la difesa di alcuni diritti e per dire no alla Tav. Dalle 14 movimenti di lotta per la casa, No Tav, No Muos, No Expo e centri sociali hanno manifestato con lo striscione “Una sola grande opera: casa e reddito per tutti”.
Le cose però non sono andate troppo bene. Ieri sono stati fermati dei francesi con un furgone contenente delle armi su viale Regina Margherita e, oggi, nella manifestazione da piazza San Giovanni a Porta Pia vi sono stati attacchi ai ministeri, uova, lanci di petardi, manifestanti incappucciati. Sono stati lanciati lacrimogeni, bruciati cassonetti e vetrine rotte. Divelte fioriere, tavolini e cartelloni. Nel pomeriggio la tensione è aumentata e sono stati staccati dei sampietrini per muoversi “armati”. In via Boncompagni una vetrina della Unicredit è stata distrutta e una bomba carta inesplosa, con un proiettile calibro 12, è stata trovata sotto la sede di Trenitalia in piazza della Croce Rossa. Ci sono stati anche scontri tra un gruppo di manifestanti davanti alla sede del gruppo di estrema destra CasaPound all’Esquilino. Sono volate bottiglie e alcuni blindati sono stati colpiti. Il corteo continua comunque a sfilare e intorno alle 18.30 in piazza sono state aperte le prime tende per la seconda notte di accampata., a poca distanza dal punto di arrivo del corteo. Tantissime le persone controllate e fermate e tanto il materiale sequestrato tra petardi, spranghe, catene e armi. Pochissime auto e via i cassonetti. Negozi chiusi e vetrine blindate alle Poste. Insomma c’era nell’aria più un clima di tensione e guerra che di difesa di diritti essenziali, come quello della casa e del reddito. Gli attivisti di Anonymous, annunciandolo su Twitter, hanno oscurato i siti del ministero delle Infrastrutture, della Casa Depositi e prestiti, del ministero dello Sviluppo economico e della Corte dei Conti. Caos e dispendio di forze, di uomini e di soldi. C’è rabbia e tensione, paura e poca speranza ma non è distruggendo strade, negozi e vetrine che si difendono i diritti. L’ovvio danno economico andrà comunque nelle tasche di ognuno di noi e ogni bravata o gesto pericoloso ricadrà sulla onestà di chi è andato a sfilare pacificamente. Con il fuoco, lo spray e le armi non si ottiene una casa e un lavoro. Se è vero che nessuna ascolta chi protesta e vero anche che verrà ascoltato ancor meno se appicca fuoco o distrugge cose o, peggio, ferisce persone.