La situazione dell’epidemia di Covid-19 è eterogena in Europa, probabilmente a causa delle diverse fasi di diffusione della variante Omicron, con Paesi nei quali i valori dell’incidenza si stanno riducendo, come la Spagna, e altri in crescita, come Francia e Portogallo: lo indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).
“L’analisi delle differenze settimanali delle curve dell’incidenza dei positivi di alcuni degli Stati più grandi tra quelli vicini all’Italia rivela che Spagna, Francia, Portogallo e la stessa Italia fino a due settimane fa avevano un andamento molto simile, con un annullamento della crescita“, osserva l’esperto. “Successivamente – prosegue – la Spagna diminuiva il valore medio dell’incidenza, assieme all’Italia, quest’ultima con una velocità di discesa molto più bassa”.
Diversa la situazione per Francia e Portogallo, “dove, specialmente per il Portogallo, avveniva una nuova crescita dell’incidenza”.
Nel Regno Unito e in Grecia “perdura la già segnalata fase di stasi, iniziata circa dieci giorni fa”.
In Germania l’evoluzione della curva è invece più indietro e “negli ultimi 30 giorni circa si rileva una fase di crescita esponenziale, con un tempo di raddoppio degli incrementi pari a circa 11 giorni: molto più grande di quello che ha caratterizzato la crescita in numerose province italiane nelle ultime settimane del 2021, che era tra 3 e 4.5 giorni”.
La differenza, secondo Sebastiani, “potrebbe essere spiegata da una bassa prevalenza della variante Omicron al momento in Germania, dall’eterogeneità della situazione epidemica all’interno del Paese e da altri fattori, come la presenza di condizioni più efficaci per il contenimento della diffusione dell’epidemia, ad esempio quelle relative a contact tracing e quarantene”.