Dopo un breve calo legato alla pandemia tornano i viaggi della speranza dei cittadini italiani per le cure ospedaliere che, come sempre, vanno prevalentemente dal Sud al Nord. Sui circa 8 milioni di ricoveri che ogni anno si registrano in Italia, quelli che riguardano i cittadini che ricorrono alle cure di ospedali di una Regione diversa dalla propria, “sono circa il 9%. E si tratta prevalentemente di ricoveri in strutture di privato accreditato che rappresentano fino al 74% se si considerano le prestazioni di alta specialità”, calcola Maria Pia Randazzo, responsabile dell’Unità operativa statistica e flussi informativi sanitari dell’Agenzia nazionale per servizi sanitari regionali (Agenas), a margine della presentazione del report sulla mobilità sanitaria interregionale 2022 “Gli indici di ‘fuga’ – continua Randazzo – sono costanti nel tempo, al netto del periodo pandemico”.
Oltre alla migrazione dal Sud verso il Nord, “abbiamo anche quella di prossimità che caratterizza maggiormente i ricoveri delle Regioni del Nord che si scambiano prestazioni ‘al confine’, entro 60 minuti di percorrenza, anche per semplice opportunità da parte dei cittadini che trovano strutture altrettanto valide nella regione accanto. Al Sud non è così, la prossimità è irrisoria, vale circa il 6%: c’è prossimità tra Campania e Lazio, Puglia e Molise ma in misura nettamente inferiore rispetto al Nord dove vale il 25% circa e al Centro (13%)”. Ad attrarre di più le strutture private accreditate, “più del 50% della mobilità è concentrata nel privato, se poi consideriamo gli interventi di alta specialità la percentuale del privato sale al 74%”, conclude.
Fonte: ADNKRONOS.COM