Dal MADE IN ITALY spinta decisiva per la ripresa. Articolo su QN IL GIORNO DEL 17 OTT. 2020, di Achille Colombo Clerici
L’andamento dell’esportazione è l’indice non solo dello stato di salute dell’economia di un Paese ma anche della sua immagine internazionale. Moda, enogastronomia, design, arredo, meccanica, sono solo alcuni dei settori del ‘made in Italy’ con i quali le nostre grandi imprese e le ‘multinazionali tascabili’ si proiettano all’estero. Rappresentano il segnale più promettente della ripresa. Secondo SACE, il recupero ai livelli pre-Covid potrebbe avvenire già il prossimo anno, trainando l’intero Paese.
L’Italia è il quarto Paese esportatore d’Europa ma è il terzo al mondo per i prodotti di consumo. Per reggere la formidabile competizione è però indispensabile un profondo lavoro di trasformazione in patria.
Le nostre aziende sono eccellenti, gli imprenditori uniscono all’intraprendenza e al coraggio la fantasia e il buon gusto ma è necessario che si sviluppino dimensionalmente aiutate in ciò da garanzie pubbliche. Infatti, se è ottima cosa l’aiuto all’export, la spinta alla ripresa dell’economia nazionale passa inevitabilmente attraverso lo sviluppo di progetti domestici che rafforzino le ‘radici’ delle imprese proiettate all’estero. Tenendo ben presente il contesto europeo riassunto nel Green New Deal, l’economia sostenibile e circolare.
Milano e la sua regione sono i principali attori nazionali, come confermano i dati del primo semestre 2020 pur pesantemente segnato dalla pandemia: Milano ha totalizzato 19,1 miliardi di vendite oltreconfine. E questa è l’incidenza della Lombardia nei confronti del resto del Paese: 29 miliardi di export contro 114 nazionali nei settori dei macchinari, moda, metalli, alimentare, mezzi di trasporto.
Già nel trimestre giugno-agosto l’economia italiana ha mostrato delle peculiarità che potrebbero indicare una ripresa più incisiva rispetto ai principali paesi europei: rispetto al trimestre precedente, la produzione industriale italiana ha segnato un rialzo più accentuato (+34,6%) di quello di Francia, Germania e Spagna (rispettivamente +20,7%, +10,5% e +21,7%) superando il livello segnato a febbraio, prima del lock down.
Nella realtà milanese e lombarda un ruolo fondamentale è svolto dal turista internazionale che, oltre ad attivare l’economia locale, diventa il migliore ambasciatore ai fini anche degli investimenti esteri produttivi e commerciali.