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Informano
Convegno dell’Associazione 100 Cascine con l’intervento di Regione e Comune
DALL’AGRICOLTURA TRADIZIONALE ALLA GREEN ECONOMY
Non più città contro campagna – la prima che erode la seconda – ma armonico rapporto tra esse; ed evoluzione dell’agricoltura tradizionale – cui resta comunque la funzione primaria di produrre cibo – che si estenda ad altre funzioni culturali, ludiche, turistiche, artistiche, di tutela del paesaggio e del territorio. Sono i due messaggi portanti emersi dall’incontro a Milano tra l’Associazione 100 Cascine e le istituzioni, Regione e Comune in primis.
L’Associazione è nata nel Maggio del 2011 dall’esperienza triennale del Comitato 100 Cascine.
Senza scopo di lucro si prefigge di promuovere nella società e presso i proprietari di cascine, i propri valori di tutela, conservazione e valorizzazione del territorio rurale e delle cascine ivi ubicate, che costituiscono patrimonio storico, artistico, culturale, paesaggistico, agricolo e di edilizia rurale da preservare.
Certo, la prima prova non ha dato risultati positivi: 100 Cascine si era offerta di mettere a disposizione le proprie strutture ai visitatori di Expo, delegazioni e quant’altro.
Tutti d’accordo sul principio, ma ci si è messa di mezzo la burocrazia di leggi, europee e locali, che riservano agevolazioni e risorse esclusivamente a chi la campagna la cura come nei secoli scorsi. Ma il faccia a faccia, non privo di spunti polemici basati su fatti concreti, è sicuramente stato utile per chiarire certe ambiguità e per impegnare tutti, pubblico e privato, su un logico percorso comune che porta vantaggi all’intera collettività.
Ed ha fornito interessanti conoscenze che meglio dei discorsi sostengono la teoria della green economy. Ad esempio, chi sapeva che Milano, la città prima dell’industria e oggi dei servizi, è la seconda in Europa per attività di compostaggio? Che in Italia esistono 90.000 cascine ma che 35.000 di queste sono abbandonate, e con esse la campagna circostante, contribuendo così al dissesto idrogeologico? Che taluni interventi di urbanizzazione – dal depuratore di Nosedo alle vasche scolmatrici del Seveso – portano a un riordino ed a un recupero del territorio?
Nel frattempo la “rete delle Cascine” si va estendendo: e soprattutto può contare sull’ interessamento di enti e di professionisti privati – dal Politecnico alla Cariplo – con principalmente il duplice obiettivo di sviluppare l’attività, renderla attraente, e proficua, e modificare la legislazione legata ancora alla visione di una campagna produttrice di alimenti. Una sfida avvincente tra un gruppo di proprietari che hanno a cuore ben di più del bene materiale e l’ottusità di leggi, balzelli e codicilli.
Il convegno dal titolo “Food Policy e cascine: l’eredità di Expo Milano 2015 al suo Territorio”, coordinato da Alessandro Belgiojoso, ha visto gli interventi di Franco Iseppi, presidente dell’ Associazione 100 Cascine e del Touring Club (saluto e apertura dei lavori); di Alessandro Balducci, assessore all’Urbanistica e Agricoltura del Comune di Milano (Le iniziative per il mondo agricolo Food Policy e recupero funzionale delle cascine: prospettive, rafforzamento di abiti); dell’on. Gianni Fava, assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia (Le iniziative del nuovo piano di Sviluppo Rurale); di Elena Jachia, Fondazione Cariplo (Agricoltura periurbana e sostenibile: il “driver” delle cascine); di Maria Sala, consigliere di 100 Cascine (Aggiornamento proposta normativa di 100 Cascine); di Giovanni Sala (Le Green Infrastructure: un’opportunità anche per il mondo rurale tramite il Piano di Sviluppo Rurale).