Sembra infatti ormai un dato accertato che il Pil nel 2018 crescerà di uno 0,1% in più rispetto alle previsioni attestandosi a un +1,6% rispetto all’1,5% delle precedenti previsioni. Un risultato che però rischia di non far sentire i suoi effetti benefici sull’economia italiana, o meglio di farlo per troppo poco tempo per raggiungere traguardi davvero significativi per la ripresa economica.
Questo perché, alla luce delle previsioni, gli effetti recessivi dell’aumento dell’Iva e delle accise che se non ci saranno opportune e tempestivi correttivi, graveranno per oltre 30 miliardi di euro sul bilancio dello Stato si farebbero sentire nel biennio 2019-2020 con la discesa all’1,4% e all’1,3%. Certo sono solo ipotesi, ma un indizio concreto viene direttamente dal Fondo Monetario Internazionale che ha fatto sapere che non si attende più il raggiungimento del pareggio di bilancio in Italia per il 2020. Non un bel segnale
E se l’economia in Italia sarà destinata a rallentare nel biennio 2019-2020, le motivazioni sono da rintracciare in un ambito ben preciso. Le chiamano clausole di salvaguardia ed entrano in vigore automaticamente nel caso in cui il bilancio non garantisca il raggiungimento di alcuni obiettivi ben precisi. In concreto consistono nell’aumento di Iva ed accise che, secondo uno studio pubblicato da Il Sole 24 Ore potrebbe portare ad un aggravio di spese per le famiglie italiane che si aggira intorno ai 317 euro di media nel prossimo anno.