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A Dicembre 2017 esportazioni in calo.

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A dicembre 2017, le esportazioni registrano una flessione (-1,8%) rispetto al mese precedente che segue il marcato incremento congiunturale rilevato a novembre (+6,7%).

La dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue nel quarto trimestre del 2017 risulta ampiamente positiva (+4,1%).

A dicembre 2017 si rileva un aumento congiunturale delle importazioni (+1,6%) mentre l’avanzo commerciale raggiunge 6,2 miliardi di euro (il livello nominale più alto da gennaio 1993).

La diminuzione congiunturale delle esportazioni coinvolge quasi tutti i raggruppamenti di industrie: energia (-11,9%), beni strumentali (-11,8%) e beni intermedi (-1,1%). Contrastano la tendenza decrescente, i beni di consumo durevoli (+13,4%) e i beni di consumo non durevoli (+11,6%). Dal lato dell’import, gli acquisti di energia (+5,8%) e di beni strumentali (+3,4%) mostrano una marcata espansione.

Su base annua, a dicembre 2017 le esportazioni sono in espansione (+1,9% che si amplia a +8,3% eliminando l’effetto prodotto dal diverso numero di giorni lavorativi), con tassi particolarmente sostenuti per i beni di consumo non durevoli (+25,6%).

Le importazioni registrano una flessione (-1,7% che diventa +4,8% eliminando l’effetto prodotto dal diverso numero di giorni lavorativi) che coinvolge quasi tutti i raggruppamenti di industrie a eccezione dell’energia (+13,1%) e dei beni intermedi (+6,2%).

Nel corso dell’anno 2017, entrambi i flussi risultano in marcata crescita, con un aumento più marcato per le importazioni (+10,8%) rispetto alle esportazioni (+8,2%). Nel 2017, il surplus è pari a 39,2 miliardi di euro, pressochè simile all’avanzo di 39,6 miliardi registrato nel 2016; al netto dell’energia l’avanzo è tuttavia più ampio, raggiunge infatti i 71,9 miliardi, rispetto a 65,6 miliardi nel 2016.

Nel 2017, l’andamento delle esportazioni è il risultato di dinamiche divergenti rispetto ai principali mercati di sbocco: Cina (+22,2%), Russia (+19,3%), paesi MERCOSUR (+15,4%), paesi ASEAN (+10,2%) e Stati Uniti (+9,8%) sono i mercati di sbocco più dinamici. Al contrario, i paesi OPEC (-8,1%), registrano una marcata flessione.

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