Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei, rivolge un appello attraverso l’agenzia di stampa AdnKronos : ” La cultura italiana in questo momento dovrebbe offrire aiuto agli artisti russi contemporanei, di qualunque arte, e per quanto possibile dovrebbe cercare di costruire per adesso e per il futuro progetti di collaborazione con loro”.
Per Karadjov è necessario distinguere tra I’ “artista allineato, che prende una posizione attiva nei confronti dell’azione violenta in corso e che per questo va assolutamente condannato” e gli artisti russi che invece non si esprimono perché “silenzio non significa necessariamente adesione, ma anche impossibilità di potersi schierare. È facile da qui aspettarsi guizzi di rivoluzione, ma con il nuovo regime di censura non è automatico che tutti debbano mettere a repentaglio la propria vita e quella dei familiari”.
Il Direttore ritiene importante: “non creare in nessun caso un’omologazione tra quello che avviene a livello politico-governativo e quello che invece è l’espressione del pensiero.. Per altro parliamo di una categoria, quella degli artisti, che non ha certamente le spalle coperte. E adesso vivono ancor di più una condizione di marginalizzazione, sentendosi dei ‘paria’ rispetto agli altri artisti internazionali”.
Karadjov si impegna pertanto a mantenere la sua Fondazione aperta agli artisti russi per ” costruire un ponte, soprattutto con quelli dissidenti, per dargli modo di avere una voce da noi”. Brescia Musei vantava un rapporto importante con gli istituti culturali russi e il direttore intende portare in ogni caso avanti una politica di ” diplomazia culturale attraverso le opere”.