Una volta attribuito il Codice Rosa le pazienti vengono trasferite in sale apposite in cui far entrare soltanto il personale medico e gli agenti di polizia. Vogliamo garantire la massima riservatezza e la privacy
18/02/2014 – Una donna vittima di violenza che arriva in un Pronto soccorso deve trovare personale formato e in grado di capire subito come intervenire.
Per aiutarla in modo più immediato ed efficiente, abbiamo approvato “Percorso Rosa”. Oltre ai codici bianco, verde, giallo e rosso, il personale medico può assegnare un nuovo “Codice Rosa” e avviare una procedura specifica di intervento.
Una volta attribuito il Codice Rosa, infatti, le pazienti vengono trasferite in delle sale apposite in cui far entrare soltanto il personale medico e gli agenti di polizia. Vogliamo garantire la massima riservatezza e la privacy. Inoltre, per le donne straniere e per chi è affetto da disabilità sono previsti degli interpreti specializzati.
E’ importante che una volta dimesse dal Pronto soccorso queste donne non si trovino di nuovo sole. Per questo abbiamo disposto che vengano assistite gratuitamente da assistenti sociali, psicologi e avvocati.
A loro disposizione abbiamo messo un servizio di orientamento sugli strumenti oggi disponibili, come i Centri antiviolenza e le case rifugio per donne maltrattate.
Stiamo creando una Task Force composta dalla regione Lazio, le ASL, le prefetture, le questure, tutte le forze dell’ordine, l’Istituto Statale Sordi e un gruppo di operatori in grado di collaborare per la tutela delle vittime.
“Vogliamo attivare – ha detto Concettina Ciminiello, assessore alle Pari opportunità e Sicurezza – corsi di formazione per promuovere le conoscenze, condividere le procedure operative, sviluppare la collaborazione fra i vari gruppi operativi, per rispondere in modo efficace a questo terribile fenomeno”.