“Un decennio dopo la grande crisi finanziaria, l’area dell’euro sembra destinata a uscire più resiliente di quanto non vi sia entrata ma a livello nazionale, le riforme strutturali rimangono una priorità”. Ha esordito così Mario Draghi, presidente della Bce, durante il suo intervento al convegno “State of Union” in corso a Palazzo Vecchio a Firenze. Draghi ha inoltre parlato della necessità di riforme strutturali per poter risanare la struttura economica, riforme che diano una spinta sostanziosa alla crescita economica dell’Europa. “L’Eurozona ha bisogno di una maggiore capacità di bilancio, in modo da avere meccanismi di condivisione dei rischi che ne rafforzino la stabilità economica”, ha aggiunto. “I cittadini europei credono nella moneta unica” Il presidente della Bce ha poi sottolineato come la fiducia degli europei nell’euro sia ancora forte, ma viaggi di pari passo alle aspettative da parte dei cittadini che la moneta unica porti la stabilità e la prosperità promessa. “Tre quarti dei cittadini dell’area dell’euro ora supportano la moneta unica. E quando alla gente viene chiesto di indicare gli elementi più importanti dell’identità europea, l’euro è il secondo elemento citato, dopo i valori della democrazia e della libertà. I cittadini europei hanno imparato a conoscere l’euro e si fidano dell’euro”, ha detto Draghi. Per questo il dovere delle autorità è di ripagare questa fiducia e completare le aree dell’Unione ancora incomplete. Infine Draghi ha preso posizione nel negoziato per riformare l’architettura istituzione dell’Eurozona, sottolineando l’importanza di mantenere la convergenza tra i Paesi europei durante momenti di crisi e il ruolo centrale della Bce nel gestire la crisi: “Abbiamo bisogno di un ulteriore strumento di bilancio per mantenere la convergenza durante grandi shock, senza dover aggravare i compiti della politica monetaria”.