Richiami di AstraZeneca nell’incertezza. La preoccupazione di chi ha già avuto la prima dose del preparato Vaxzevria e ora attende di conoscere quale vaccino, tra Pfizer e Moderna, riceverà per la seconda. In questa condizione ci sarebbero 900mila persone. A Roma ieri, nell’hub della Nuvola, diverse richieste di chiarimento perché c’è chi ha preteso di poterlo fare con AstraZeneca pur avendo meno di 60 anni. Incertezza anche tra gli over 60, per i quali non cambierebbe nulla secondo la circolare del ministero della Salute pubblicata ieri accogliendo i rilievi del Comitato tecnico-scientifico. In diverse regioni i call center sono stati interrogati su questa nuova impostazione.
Dubbi sul preparato diventato non più utilizzabile per gli under 60 secondo un principio di cautela che lo sconsiglia nell’analisi tra i rischi di correlazioni con trombosi — infinitesimali — e i benefici di copertura dal Covid. Ciò rischia di ripercuotersi sugli approvvigionamenti di vaccini. Fonti assicurano che fino a settembre basteranno le 55,49 milioni di dosi a mRna previste perché le somministrazioni mancanti all’immunità di gregge sarebbero 44,46 milioni.
Dubbi analoghi sulla scelta della combinazione farmacologica tra due vaccini scelta dal governo. Alcune regioni sono scettiche, in testa la Lombardia che ieri aveva deciso di sospendere la seconda dose con un vaccino diverso (scelta che resta nel week end) salvo poi ricredersi dopo una telefonata chiarificatrice tra l’assessora al Welfare Letizia Moratti e il ministro Roberto Speranza, Il motivo della diffidenza risiedeva nella mancata trasparenza sulla pubblicazione del parere dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, sulla combinazione tra vaccini. Fonti rilevano che questo parere sia in realtà allineato a quello del Cts e vedrà presto la luce. Perché il «richiamo eterologo» darebbe risultati di copertura migliori a distanza di mesi, secondo due autorevoli studi in Spagna e Gran Bretagna alla base della scelta della Germania che ha già cominciato a farlo
Le Regioni vanno in ordine sparso anche sul vaccino monodose della Janssen. Alcune lo hanno già bloccato, per precauzione, agli under 60, perché usa la stessa tecnologia a vettore virale. Si tratta di Liguria, Emilia-Romagna, Piemonte, Puglia, Lombardia, ma in queste ore sono frequenti le interlocuzioni con Roma. Altre regioni criticano la gestione del ministero. Perché nell’allegato del Cts alla circolare il parere degli scienziati esprime una formula interlocutoria sul preparato di J&J. Al momento non viene sconsigliato l’utilizzo, seppur si riscontrano casi infinitesimali di correlazioni trombotiche «in sedi inusuali», ha detto il coordinatore del Cts Franco Locatelli. Però con «una frequenza minore» su una platea di soggetti «significativamente minore» perché il monodose J&J è stato inoculato a circa 1,1 milioni di persone.