Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha votato questa mattina, alle 8.45, nella scuola Giovanni XXIII – Piazzi a Palermo.
Il capo dello Stato ha anticipato l’arrivo nell’istituto di via Rutelli, per evitare la concomitanza con la cerimonia di commemorazione per l’uccisione del giudice Cesare Terranova e del maresciallo Lenin Mancus, avvenuta il 25 settembre del 1979 nella stessa via.
Il capo dello Stato ha votato, come di consueto, nella sezione 535, accolto da un applauso degli scrutatori e delle persone presenti.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha votato a Milano nel seggio di via Pietro Martinetti. Andando via ha detto ai cronisti che trascorrerà la giornata di votazioni con la figlia in agriturismo. “Conto che la Lega sia la forza parlamentare sul podio, prima, seconda o terza al massimo”, ha detto inoltre Salvini, dopo aver votato. A chi gli chiedeva se il quarto posto sarebbe una sconfitta, ha risposto: “Gioco per vincere, non per partecipare”.
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha votato a Firenze nella scuola Villani di viale Giannotti, a Gavinana. Insieme a Renzi ha votato anche la moglie Agnese Landini. Renzi e la moglie erano accompagnati da Francesco Bonifazi, senatore uscente di Iv e candidato per il Terzo Polo, che ha votato pure lui nello stesso seggio elettorale. Matteo Renzi adesso parte per Tokyo per andare ai funerali di Stato di Shinzo Abe.
Il segretario del Pd Enrico Letta ha votato stamane al suo seggio, presso l’istituto De Amicis/Cattaneo di via Galvani, nel quartiere Testaccio a Roma.
“Votate, votate liberamente, senza condizionamenti e senza paure. L’Italia è sempre più forte di chi la vuole debole”: così il leader di Azione Carlo Calenda, che stamane ha votato a Roma insieme alla moglie Violante Guidotti Bentivoglio.
Anche il leader del M5S Giuseppe Conte ha votato.
Cambio di programma per la presidente di FdI Giorgia Meloni: voterà questa sera, a Roma, in chiusura dei seggi alle 23, anziché stamane come inizialmente previsto. La scelta – viene spiegato dal suo staff – è stata dettata dall’esigenza di consentire un voto sereno agli elettori: il seggio infatti era gremito di fotografi e la calca – è stata la valutazione – non avrebbe permesso ai cittadini di esercitare il proprio diritto di voto con la necessaria calma.