Comunicato Stampa di Donato Robilotta Coordinatore dei Socialisti Riformisti – già Consigliere Regionale del Lazio.
IQ. 12/01/2013 – Nel Lazio si voterà a 70 Consiglieri perché sono sicuro che sarà questa la decisione finale del TAR, anche considerando le argomentazioni sul listino che stiamo fornendo in queste ore come ricorrenti.
Il decreto sugli enti territoriali, il Dl 174/2012, nella versione della legge di conversione, L. 213/2012, al riguardo è molto chiaro, è sbagliata invece l’interpretazione data dalla Regione con il decreto che fissa a 50 e non a 70 il numero dei Consiglieri Regionali da eleggere.
Il decreto, infatti, riconosce la supremazia della normativa statutaria rispetto alla legislazione statale, tanto che le norme di riduzione del numero dei consiglieri e assessori regionali, previste dall’articolo 14 del DL 138/2011, non si applicano tout court ma è previsto l’adeguamento della normativa regionale.
Nella fattispecie dell’adeguamento con modifica statutaria, come il caso del numero dei consiglieri e degli assessori regionali, l’articolo 2 comma 1 del decreto in questione prevede che le regioni hanno sei mesi di tempo (Giugno 2013), dall’entrata in vigore della legge di conversione, per adeguarsi.
Lo stesso decreto prevede che queste modifiche si applicano anche alle regioni che alla data dell’entrata in vigore della legge di conversione abbiano il consiglio sciolto e debbano andare al voto, come il Lazio; in questo caso, le modifiche statutarie devono essere fatte entro sei mesi dalla prima riunione del nuovo Consiglio Regionale. Si vota a fine Febbraio, la prima riunione del consiglio sarà per metà marzo e quindi le modifiche statutarie dovranno essere fatte entro settembre 2013, considerando che la modifica statutaria prevede la doppia lettura.
Infine c’è l’ultima parte del comma 3 dell’articolo 2 del decreto che prevede una norma punitiva, nel senso che se la Regione, entro il tempo indicato non modifica lo statuto, nel caso si vada al voto, dovrebbe applicare tout court la norma di riduzione dei consiglieri.
Ma questa norma, che è quella che cita il decreto della Regione, è punitiva e si applica alle regioni che trascorsi i termini previsti non abbiano modificato lo statuto.
Nel caso del Lazio il termine del Giugno 2013 non è scaduto, e poi la Regione non è che sino ad oggi non ha voluto approvare l’adeguamento statutario, non ha potuto perché il Consiglio è sciolto e non può