Buongiorno gente mia, la mia amica di sempre Laura, mi ha fatto notare che ciò che scrivo non si può definire: “sonetto” in quanto non ne ha le caratteristiche, bensì: “versi romaneschi” e la qual cosa, confesso, mi piace assai, in quanto mi riporta alla memoria le boccacce che da piccoli facevamo ai grandi, specialmente quando ci erano antipatici, attraverso i vetri delle automobili, in corsa naturalmente.
In fondo, a ben pensarci, anche questi altri non sono se non boccacce ai grandi che poi grandi … manco più de tanto, anzi sempre più de poco……così lei ha avuto l’ardire di correggere quello che avevo scritto in endecasillabo, ma la lascio fare e la ringrazio per continuare a prendersi cura di me.
Il sonetto che andrete a leggere riguarda l’ultimo profeta e primo apostolo, San Giovanni, che ha dato la vita per la sua missione venendo poi considerato e venerato dalla chiesa come un martire.
Del resto sappiamo tutti come andò a finire: in occasione di un festino, Salomè entusiasmò Erode al quale, per istigazione della madre, domandò a da lui ottenne in premio la testa del Battista, la voce più forte del messaggio cristiano, ed in questo momento politico mi sembra di rivedere un martire………
ER NOVO APOSTOLATO
Anvedi chi riappare, riecco Erode
ch’er poro San Giovanni ha scapocciato
danzeno i diavolacci su le code
convinti de riavè Cristo inchiodato.
Purtroppo ar male, er bene lo corode
si pure je fa orore er decollato
e rischia de finì in mezzo a le mode,
ma bono pe ‘mpastà pane avariato.
Stanno tutti felici e assai contenti,
popolo che de Cristo sei seguace
mò ricominceno i bombardamenti
perchè sò loro er novo apostolato
che con un fare ipocrita e sagace
porteno l’acqua all’indemoniato!
Affettuosamente Mario Brozzi