Esempi di scrittura creativa al Fege: un buon modo per comunicare accanto alla notizia
Si è appena concluso il Fege (Festival dell’ editoria e del giornalismo emergente dall’ 11 al 13 Aprile), un festival del giornalismo con un premio dedicato ad Oliverio Beha, il giornalista deceduto nel Maggio del 2017, svoltosi nella città di Cosenza.Il festival ha visto la direzione artistica di Piero Muscari,accanto al condirettore Danilo Russo, i quali hanno organizzato la tregiorni tra Cosenza,Università della Calabria e Castrolibero; inoltre la presentazione di questa manifestazione è avvenuta presso la Sala Consiliare del Comune di Castrolibero, iniziativa voluta anche dal sindaco Giovanni Greco e dal consigliere regionale Orlandino Greco.
Giornate intense e ricolme di appuntamenti quelle del Festival, appena terminato- che hanno accompagnato il mondo dell’editoria e del giornalismo con workshop, incontri e anche qualche lectio magistralis di firme del giornalismo, indirizzando il raggio di attenzione su tre punti cardine: la comunicazione, l’ editoria e il giornalismo emergente.
Si sono alternati vari ospiti e addetti ai lavori in questa prima edizione, e qualche firma del giornalismo sono stati premiati in onore di Oliverio Beha, come Pino Aprile, Michelangelo Tagliaferri, Andrea Scanzi,Gianluca Gallo, Sacha Biazzo, Valentina Farinaccio, Rossella Postorino, l’ editore di Chiarelettere, Lorenzo Fazio.
Oltre a questi nomi del giornalismo, altri esperti del settore hanno dato un contributo alla riuscita di questa edizione “in festival”, in tema di scrittura, di piani di comunicazione e sulla qualità della notizia. Massimo Moretti- copywriter e scrittore “Accademia Nazionale di Comunicazione” ha spiegato come gli esercizi di scrittura creativa, basati sulla visualizzazioni di immagini, di sensazioni, di emozioni, di parole, possano liberare la mente dagli stereotipi, far emergere “perfetti sconosciuti” dalle nostre elaborazioni seguite dal ragionamento, con lo scopo di creare un testo, un racconto, o solo una frase- effetto di una scelta di parole, di una scelta di libera espressione, al fine di approdare alla ricostruzione del fatto, alla visione di un’ immagine o semplicemente un ritorno al passato, fugando il presente e il futuro. Riscrivere una storia con dei concetti è un operazione di scrittura creativa, che permette di trascinare i pensieri dalla mente alla carta, ascoltandosi e facendo amicizia anche con i nostri silenzi, frutto di ciò che passa attraverso i nostri occhi o solo nella nostra mente, quantomeno limitarci a descrivere: ad un certo punto si manifesta un mondo davanti a noi,e da quel momento in poi è necessario raccontarsi.
Sulla falsariga dei canali di scrittura creativa e digitale, anche Massimo Clausi-giornalista Quotidiano del Sud che opera da 23 anni nel mondo giornalistico e sul territorio calabrese, si è rivolto ai ragazzi delle scolaresche( alcune scuole dal Da Vinci-Nitti al Metastasio hanno aderito al progetto di Alternanza Scuola Lavoro, con Mariapia Volpintesta-coordinatrice “Laboratori Giornalisti d’Azione”), e sempre Clausi ha utilizzato un linguaggio vicino all’ immaginario dei ragazzi, dal selfie ai post di facebook, che spesso diventano veicolo di molte informazioni( un semplice post non può essere una notizia secondo i criteri del giornalismo), poiché la notizia nasce quando un’ informazione può essere trasformata in contenuti condivisibili attraverso i mezzi di comunicazione, dalla rete alla carta stampata. Sono state spiegate alcune tecniche per poter raccontare i fatti, non dimenticando mai di rimanere obiettivi e capaci di portare alla “conoscenza dei fatti” i lettori, i veri protagonisti della stampa, del prodotto finale. Sicuramente la strada per poter diventare un giornalista è quella di fare attività sul campo,dal praticantato all’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti, conoscere i gusti e anche gli interessi della gente, riflettere su quali notizie sia opportuno tracciare nuove linee, e su quali mantenere un profilo basso: parlare con i ragazzi di giornalismo in modo semplice e lineare è l’ inizio di una educazione alla scrittura, al giornalismo vero, evitando come la peste il giornalismo della cattiva informazione, quello che tende ad edulcorare i fatti, le cose a piacimento dell’ editoria politicizzata.
a cura di Matteo Spagnuolo