IQ. 24/02/2013 – Ritorna l’Angolo della Psicologa. Continua il dialogo tra i lettori di Informazione Quotidiana e la nostra Marisa Nicolini. Potete proporle riflessioni e quesiti inviando una email a: redazione@informazionequotidiana.it.
E’ SOLO UN GIOCO?
DIPENDENZE SENZA SOSTANZA: QUANDO IL PIACERE DIVENTA IMPERATIVO
Sempre più spesso riceviamo richieste di aiuto da parte di familiari di giocatori compulsivi, ossia soggetti (adolescenti e adulti) dipendenti da qualche forma di gioco.
Si chiamano “Dipendenze senza sostanza” questi bisogni insopprimibili di digitare tasti, scoprire Gratta-e-Vinci, puntare alle varie lotterie online, ecc.
Negli ultimi anni, infatti, con l’avvento di Internet e delle nuove tecnologie dell’elettronica, della telefonia e dell’informatica, hanno preso piede nuove forme di dipendenza non legate all’assunzione di droghe legali (alcol e tabacco) e illegali (sostanze stupefacenti), ma a comportamenti, come giocare d’azzardo o utilizzare strumenti di cui sembra non poter più farsi a meno.
88 ragazzi su 100 riconoscono nelle tecnologie la prima causa alla base di comportamenti di abuso non correlati a sostanze: al primo posto i videogiochi (49%) indicati soprattutto dai più giovani (il 52% tra i ragazzi di 13-15 anni), seguiti da computer (44%), TV e cellulare, indicati nella stessa percentuale (37% circa). Nel 54% dei casi le nuove tecnologie sono anche ritenute quelle più diffuse tra i giovani.
Le dipendenze da prodotti tecnologici hanno alcune caratteristiche in comune con l’abuso di sostanze, tra cui:
• dominanza: l’attività domina i pensieri e diventa l’interesse principale;
• alterazioni dell’umore: nell’uso dello strumento si prova un aumento d’eccitazione o maggiore rilassatezza;
• tolleranza: bisogna aumentare il tempo di uso per avere l’effetto desiderato;
• sintomi d’astinenza: malessere psichico e/o fisico che si manifesta quando s’interrompe o si riduce l’utilizzo degli strumenti;
• ricaduta: tendenza a ricominciare l’attività dopo averla interrotta
• conflitto: si creano tensioni e liti tra chi utilizza gli strumenti e i familiari, ma la persona che ne fa uso è in conflitto anche con se stessa, a causa del comportamento dipendente.
Perché tanti conflitti in famiglia?
Se siete dipendenti da Internet i vostri genitori o il vostro partner lamenterà almeno alcune tra le seguenti 10 ragioni:
1. non riuscite a consumare un pasto senza usare almeno una volta telefono cellulare, inviare sms o mail;
2. dormite con il telefono cellulare vicino a voi;
3. guardate più di uno schermo alla volta, per esempio televisione e monitor del computer;
4. spedite sms e mail, anche non urgenti, mentre siete con la famiglia;
5. quando siete tutti insieme ogni membro della famiglia guarda uno schermo diverso;
6. avete avuto almeno una discussione con una persona amata sul vostro uso delle tecnologie;
7. non andate a lungo fuori casa per divertimento;
8. fate il “login” del computer quando siete ancora a letto;
9. leggete o spedite sms o mail mentre guidate;
10. non spegnete mai il cellulare.
Dipendenza da videogiochi
I videogames, frutto dell’evoluzione tecnologica, possono indurre effetti positivi: stimolano le abilità manuali e di percezione, la comprensione dei compiti da svolgere, abituano a gestire gli obiettivi, favoriscono l’allenamento alla gestione delle emozioni e lo sviluppo dell’abilità di prendere rapidamente delle decisioni. Alla luce di questi dati, quindi, i videogiochi non sono da criminalizzare in quanto tali, discutibile può essere l’uso che se ne fa. E’ l’abuso, cioè la prolungata esposizione a un videogame, senza pause e completamente assorbiti dal gioco, che può essere pericoloso.
I rischi sono rappresentati da:
• sovrappeso: causato dalla sedentarietà;
• difficoltà scolastiche: dovute al poco tempo dedicato allo studio e alla scarsa concentrazione, perché distratti dal desiderio di giocare;
• isolamento e tendenza all’introversione: perché i videogiochi sostituiscono i rapporti personali e le relazione sociali.
La dipendenza da videogiochi è ormai considerata una patologia alla quale applicare una cura simile a quella per l’alcolismo e la tossicodipendenza. I sintomi più frequenti sono agitazione, tremore e ansia. In alcuni casi i soggetti dipendenti non riescono a staccarsi dallo schermo, rinunciando persino ai pasti o assumendo droghe per aumentare le proprie prestazioni virtuali. Il rischio maggiore è rappresentato dalla perdita di contatto con la realtà, sostituita dal mondo virtuale. Alcuni ricercatori ritengono, tuttavia, che il sensibile aumento a cui si assiste tra i giovani di sintomi quali ansia, attacchi di panico, disturbi del sonno, non possano essere imputati tout-court all’utilizzo eccessivo di videogiochi.
Dipendenza da cellulari
Con il diffondersi della telefonia “mobile” grazie al cellulare possiamo condividere virtualmente l’esperienza che stiamo vivendo con amici lontani annullando le distanze fisiche, tanto che il telefonino ha iniziato ad avere anche funzioni psicologiche legate alle relazioni. La funzione del telefono, da un punto di vista affettivo e relazionale consiste nella possibilità di decidere se avvicinarsi o allontanarsi dagli altri, proteggendosi da rischi di rifiuto e dal diretto impatto con le emozioni. E’ uno strumento che viene utilizzato per alleviare disagio, ansia, tensione. A differenza della comunicazione diretta, caratterizzata da spontaneità e imprevisto, il mezzo tecnologico permette alle persone di sentirsi vicine, sperimentando meno insicurezza. Può aiutare a gestire la solitudine e l’isolamento, perché permette di tenere vivo un rapporto nonostante la distanza, ma se si crea il continuo bisogno d’essere in contatto con qualcuno, si perde la capacità di sopportare lontananza, separazione e solitudine. I “dipendenti” dal cellulare non lo spengono mai, neppure a scuola, usandolo sempre come strumento prioritario di comunicazione. Ci sono persone che inviano anche 100 sms nell’arco delle 24 ore.
Dipendenza da Internet
Come ogni altra innovazione tecnologica, anche Internet può consentire un miglioramento nella vita delle persone, ma allo stesso tempo rappresenta un pericolo per chi non ne sappia fare un uso adeguato.
L’uso eccessivo di internet può coinvolgere progressivamente fino all’assorbimento totale portando all’Internet Addiction Disorder, ovvero la dipendenza da Internet.
Tra i ragazzi “dipendenti”, molti sono giovanissimi (ragazzi compresi nella fascia d’età 12-22 anni, forti fruitori di social network e giochi di ruolo), che solitamente arrivano dallo specialista per le difficoltà scolastiche insorte a seguito dell’abuso di Internet. Subentra, inoltre, il problema dell’isolamento e del ritiro sociale: nonostante i ragazzi siano sempre alla ricerca del contatto con gli altri, questo avviene solo “virtualmente” con la mediazione del computer. Per quanto riguarda i più giovani, i sintomi per l’inizio di una “psicopatologia web-mediata” possono essere indicati dalla restrizione dei campi di interesse al di fuori della rete, dalla percentuale di ore passate al pc e dalla paura della socializzazione reale.
Questi sono i principali segnali che caratterizzano l’uso patologico di Internet:
• bisogno di accedere alla rete sempre più frequentemente e di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete per ottenere soddisfazione;
• marcata riduzione di interesse per altre attività che non siano Internet;
• isolamento e/o paura della socializzazione reale;
• sviluppo, dopo la sospensione o diminuzione dell’uso della rete, di agitazione psicomotoria, ansia, depressione, pensieri ossessivi su cosa accade on-line, classici sintomi di astinenza;
• impossibilità di interrompere o tenere sotto controllo l’uso di Internet;
• continuare a utilizzare Internet nonostante la consapevolezza di problemi fisici, sociali, lavorativi o psicologici recati dalla rete.
La dipendenza da Internet è stata molto spesso assimilata al Gioco d’Azzardo Patologico .
Gioco d’azzardo patologico (Gambling)
Molte persone si divertono con i giochi d’azzardo, che sono legali, in teoria, solo per i maggiorenni, tanto che stanno dilagando gratta e vinci, lotterie, lotto e superenalotto, bingo, slot machine, giochi dei Casinò, videopoker e scommesse. Finché queste attività vengono praticate occasionalmente non si presentano problemi. I problemi nascono invece quando, per una serie complessa e profonda di cause, il piacere del gioco diventa un impulso incontrollabile di cui non si può fare a meno, creando dunque una dipendenza.
Cos’è il gioco d’azzardo
I giochi d’azzardo hanno 3 caratteristiche:
1. richiedono che ci sia una posta in gioco (denaro o oggetti di valore);
2. la posta non può essere ritirata una volta effettuata la “puntata”;
3. il risultato è affidato al caso.
Chi è il giocatore d’azzardo
La maggior parte delle persone gioca occasionalmente per socializzare e per divertimento. Per alcuni invece il gioco è la principale fonte di divertimento e relax, ma non rappresenta l’unico interesse nella vita. Tra i giocatori “problematici” troviamo chi nel giocare prova sollievo da sensazioni di ansia, solitudine, rabbia o depressione. In questi casi il gioco d’azzardo viene utilizzato per sfuggire a momenti di crisi o a difficoltà.
Vi sono poi le persone completamente dipendenti che hanno perso il controllo: il gioco diventa l’attività e l’interesse primario nella vita. Le relazioni affettive, gli impegni familiari, sociali e lavorativi passano in secondo piano. Anche le frequentazioni sono legate al gioco, che diventa comunque l’argomento prioritario di conversazione, se non addirittura l’unico.
Il giocatore d’azzardo patologico
Chi è “malato di gioco” spesso si ritrova in queste situazioni:
• pensa al gioco in ogni momento della giornata;
• è nervoso, ansioso, irritabile, depresso;
• diventa superstizioso, bugiardo, distratto;
• chiede denaro in prestito o si indebita per continuare a giocare;
• litiga con i familiari e non ha più voglia di stare con gli altri;
• non rende più sul lavoro;
• soffre di disturbi fisici legati allo stress: dolori allo stomaco, ulcere, coliti, insonnia, emicrania;
• arriva a perdere il sostegno e persino la presenza di amici e familiari;
• arriva a perdere il lavoro.
Occorre, dunque, fare molta attenzione a non virare dal piacere saltuario all’abuso/dipendenza da strumenti e giochi che creano isolamento e perdite a non finire.
Personalmente trovo molto ipocrite le avvertenze del tipo “gioca responsabilmente” quando lo Stato continua a lucrare su queste possibili fonti di patologia. Appare più utile che genitori, familiari, insegnanti, amici si interroghino sugli eventuali comportamenti problematici di una persona e la mettano in condizione di chiedere prontamente aiuto agli specialisti.
Per approfondimenti: http://marisanicolinipsicologaviterbo.freshcreator.com/ita/blog/468684 con un utile test per genitori sulla dipendenza da Internet
Dott.ssa Marisa Nicolini
La Dott.ssa Marisa Nicolini è psicologa e psicoterapeuta, abilitata all’insegnamento della Psicologia Sociale e Consulente Tecnico d’Ufficio del Tribunale di Viterbo.
Collabora, tra l’altro, con la Casa di Cura “Villa Rosa” di Viterbo e con la “Clinica Parioli” di Roma e riceve presso lo Studio di Psicologia Clinica e Giuridica in Via A. Polidori, 5 – Viterbo, cell. 3288727581, e-mail m_nicolini@virgilio.it
Collabora con le Associazioni AIAF (Avvocati di Famiglia e Minori) e Donne per la Sicurezza onlus.
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