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Comunicato della FdS Lazio su chiusura Casa Famiglia e su banchetto in Consiglio regionale

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venerdì, Novembre 22, 2024

 (IQ. 21/11/2012).Riceviamo e pubblichiamo: Comunicati Stampa FdS Lazio

“Questa mattina, dalle 9 alle 14, sarà allestito un banchetto presso la sede del Consiglio regionale del Lazio, in via della Pisana, per dare la possibilità a tutti i dipendenti e ai cittadini di sottoscrivere i quattro quesiti referendari promossi dalla Federazione della Sinistra che prevedono:

* l’abrogazione dell’articolo 8 per difendere il contratto nazionale;

* il ripristino dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori:

* l’abrogazione della controriforma delle pensioni Fornero-Monti;

* l’eliminazione della diaria dei parlamentari”.

Lo rende noto il capogruppo della Fds (Federazione della Sinistra n.d.r.) Lazio, Ivano Peduzzi che domani sarà presente al banchetto insieme al consigliere Fds Fabio Nobile.

Riportiamo anche un’altra nota dell’On. Ivano Peduzzi sulla casa famiglia di via Ramazzini:

“Il Centro di educazione motoria di via Ramazzini, una vera e propria casa famiglia che ospita 60 disabili gravi, non deve chiudere. Lo smantellamento di un servizio così essenziale, a causa delle inadempienze dell’attuale Giunta e della Croce Rossa, sarebbe uno scandalo e andrebbe a completare il vergognoso puzzle di una sanità laziale ormai allo sfacelo”.

“L’incontro con il commissario straordinario alla Sanità del Lazio Enrico Bondi, avvenuto ieri mattina durante la mobilitazione, non ci soddisfa – prosegue Peduzzi – alla promessa strappata della convocazione quanto prima di un tavolo per discutere del problema, deve seguire una reale, concreta e immediata presa di posizione da parte della Giunta regionale”.

“In questa vicenda la Regione ha infatti delle responsabilità ben precise e deve, in primo luogo, assicurare l’esistenza di una struttura fondamentale nella cura dei disabili gravi, assorbire i lavoratori precari – 100 persone in tutto tra medici e operatori della Croce Rossa – nonché garantire i livelli di assistenza. Non è pensabile che a pagare le manovre fallimentari della Giunta siano ancora una volta i cittadini. Se la Regione Lazio non interverrà quanto prima, siamo intenzionati a far partire le denunce per interruzione di pubblico servizio”, conclude Peduzzi.

 

 

 

 

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