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Certi errori non si dimenticheranno: l’Inter perde la Champions League.

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giovedì, Novembre 21, 2024

Per dimenticare la sconfitta l’Inter avrebbe la frase perfetta, ma non può essere utilizzata: “Don’t look back in Anger”, la canzone degli Oasis che viene spesso inflazionata in questi casi; tuttavia, proprio i tifosi del Manchester City hanno adottato quasi tutta la discografia dei fratelli Gallagher come se fossero dei loro inni. Liam e Noel sono i più celebri tifosi dei Citizens, il loro è un amore incondizionato, che tuttavia non li ha ancora spinti in una reunion da inserire nei libri di storia della musica. Qualche settimana fa Noel affermò di voler incontrare l’Inter in finale di Champions perché la riteneva la squadra più “facile” e alla fine ha sì vinto Guardiola, ma qualsiasi tifoso del City, Gallagher per primo, mentirebbe a se stesso pensando di aver vinto agevolmente la sfida di Istanbul.

Rodri decide la Champions League

E quindi non potendo trovare conforto nelle parole degli Oasis, dopo la delusione dell’Ataturk a risuonare sono le parole di Luciano Ligabue. “Se per ogni sbaglio avessi mille lire, che vecchiaia che passerei”, purtroppo sono stati proprio gli errori individuali a condannare l’Inter in questa finale di Champions. La qualità di Lukaku e Lautaro non si discute perché non si può giudicare un giocatore da una singola partita anche se si tratta della più importante della stagione, ma se si dovesse trovare un responsabile i due attaccanti non possono nascondersi. E forse nello spogliatoio al termine della sfida si saranno detti “abbiam sogni però troppo grandi e belli sai” perché la partita di ieri ha dimostrato che in lista d’attesa per la Coppa dalle Grandi Orecchie ci sono ancora altre squadre davanti alle italiane. Per quel che si è visto in campo all’Ataturk la differenza non era così profonda e forse il Manchester neanche ha meritato di vincere nei tempi regolamentari, ma di fronte ad una squadra che ha completato il Treble – campionato, coppa nazionale e Champions- e con un attaccante da 50 gol stagionali non si può far altro che inchinarsi e riconoscere una silenziosa superiorità, che gli uomini di Guardiola sembravano aver lasciato in Inghilterra.

Gli errori di Lukaku

Potrebbe essere stata la spinta del passato a far credere ai nerazzurri di potercela fare. L’Inter d’altronde questa Coppa l’aveva già in bacheca, il City ancora non era mai riuscito a vincerla. In molti si auguravano che lo spirito di Milito si impossessasse di Lautaro. Come Diego risucì a scartare van Buyten nel 2010 e a centrare la porta, la scena sembrava quasi ripetersi quando Martinez aveva raccolto il pallone dopo l’errore di Akanji. L’argentino del 2010 in quell’occasione cercò personalmente la porta, mai scelta più azzeccata; il campione del mondo in carica ha cercato la stessa soluzione, tuttavia con epilogo diverso. “Il pallone devi darlo a chi finalizza il gioco” – anche se la canzone era dedicata ad Oriali, decisamente un altro ruolo rispetto al 10 argentino- Lukaku era al centro dell’area, completamente libero e invece Lautaro ha consegnato la palla tra le braccia di Ederson, ma il belga non è esente da colpe nel corso del match. Il suo rapporto con le finali europee non è di certo idilliaco, anzi quella di Istanbul si aggiunge alla delusione del 2013 allo stadio Eden di Praga dove un suo errore dal dischetto fece perdere il titolo al Chelsea, anche quella volta sulla panchina avversaria c’era Guardiola. Il tecnico spagnolo ora ha sepolto e silenziato ogni critica che gli era stata rivolta; la vittoria del City ricorda a tutti ciò che lui ha portato al mondo del calcio e lo fa nella stagione in cui anche il “suo” Messi conquista quel titolo mondiale che ha sempre inseguito. Leo sa trascinare anche la nazionale, Pep può dominare anche con altre squadre, entrambi hanno dimostrato di poter vincere lontano da Barcellona.

Josep Guardiola

Il risveglio del giorno dopo a Milano sponda nerazzurra inevitabilmente è amaro e nessun elogio al percorso di Inzaghi può rimettere quel pallone sui piedi di Lautaro o sulla testa di Lukaku. “Si fa presto a cantare che il tempo sistema le cose, si fa un po’ meno presto a convincersi che sia così”, l’Inter di Liga -e di tutti quei tifosi che non hanno mai smesso di cantare “ per tutti quei chilometri che ho fatto per te, Internazionale devi vincere”- dovrà sicuramente cercare di sanare o meglio di cicatrizzare una ferita profonda, una ferita da disinfettare per poter poi ripartire tra le incognite del calciomercato. La prossima stagione ricomincerà ancora in Champions League, la competizione che può regolare notti come quelle dell’euroderby, o come quella del 2010 a Madrid, certe notti che non si dimenticano, “quelle notti che son proprio quel vizio che non voglio smettere, smettere mai”.

la delusione di Lautaro

La cronaca della partita

Bisogna aspettare per vedere la coppia dei sogni interisti che ha portato allo scudetto nel 2021, Inzaghi sceglie Dzeko dal primo minuto, ma lo sostituisce poi nel secondo tempo. Bernardo Silva, e Haaland mostrano subito la loro qualità nelle prime due occasioni, ma come già accadde nel 2021 al do Dragao, Kevin De Bruyne la stella che avrebbe dovuto illuminare il norvegese è costretto a lasciare il campo per infortunio, al suo posto Foden. Nel secondo tempo si susseguono gli errori fatali all’Inter: prima Lautaro sfrutta la distrazione di Akanji, ma invece di servire Lukaku calcia verso la porta da posizione impossibile. Arrivano poi anche gli errori del belga, prima viene centrato da un colpo di testa di Dimarco, sfortunato perché generato dagli sviluppi di una traversa, ma poi è colpevole ad indirizzare il pallone proprio sul ginocchio di Ederson. Nel mezzo l’ex Borussia Dortmund si riscatta subito dal brivido procurato, mette la palla in area perfetta per Bernardo Silva, lui impara dalle scelte errate altrui- Lautaro ndr- e mette da parte l’egoismo trovando Rodri che calcia da fuori area, porta il City in vantaggio e decide la Champions League.

Manchester City-Inter le pagelle

Manchester City: Ederson 6.5, Akanji 6, Dias 6.5, Akè 5.5, Stones 6.5/ Walker SV, Rodri 7.5, Bernardo Silva 7, De Bruyne 6/ Foden 6.5, Gundogan 7, Grealish 5.5, Haaland 5.

Inter: Onana 5, Bastoni 5.5/ Bellanova 6, Acerbi 6, Darmian 6/ D’ Ambrosio SV, Dumfries 6.5/ Gosens 5.5, Dimarco 6.5, Barella 5, Brozovic 5.5, Calhanoglu 6.5/ Mkhitaryan SV, Dzeko 5.5/ Lukaku 4.5, Lautaro 4.

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