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Foggia, Teatro Umberto Giordano – L’isola azzurra.

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Colorata, divertente e un po’ sognante, musicalmente deliziosa quanto sorprendente per il genuino ma sempre raffinato incanto delle melodie e l’originale sapienza nella costruzione dei numeri fra canzoni brillanti e romanze, pezzi d’assieme, valzer e galop, cori, danze e sortite esilaranti.
Riscuote infatti e meritatamente lunghi applausi e ampi consensi l’operetta in tre atti L’isola azzurra del compositore foggiano (ma napoletano per formazione artistica e vomerese d’adozione per residenza) Evemero Nardella, riscoperta e portata per la prima volta in scena al Teatro Comunale Umberto Giordano di Foggia grazie all’importante progetto di studio e ricostruzione musicologica curata da Agostino Ruscillo. Progetto presto trasformatosi in produzione artistica, di alta qualità, fortemente voluta dal presidente del Conservatorio di Musica “Umberto Giordano”, Saverio Russo, e dal direttore Francesco Montaruli, ponendo in sinergia illuminata i Dipartimenti della Ricerca, di Canto e Teatro musicale, la Classe di Direzione d’orchestra e le molteplici professionalità dell’Istituzione, l’Accademia di Belle Arti di Foggia, il Comune di Foggia, il Teatro Giordano e la Fondazione dei Monti Uniti.

Perduto il libretto di Rocco Galdieri ma restituito aggiungendo a quanto presente sullo spartito autografo i recitativi parlati appositamente realizzati con grande sapienza dallo stesso regista, l’Isola azzurra ci porta nei luoghi di Capri, scenario insolito quanto ideale per una trama lieve fatta di amori e allusioni, couleur locale e intrighi giocati attraverso lo sfoggio di un ampio cast vocale che conta ben venticinque personaggi fra allievi ed ex allievi del Conservatorio di Foggia, tutti bravissimi sul fronte sia scenico, sia canoro. Cast capitanato nel ruolo di Minnie dal bel talento di Ripalta Bufo, soprano d’agilità dal timbro dolce e tecnicamente adamantino, interprete notevolissima per stile, emissione, espressione.

A darvi forma, in scena, la regia ben dettagliata e curata dall’esperto Carlo Antonio De Lucia, le immagini in video 3D – la piazzetta di Capri, i faraglioni, gli scorci, l’interno dell’hotel “Splendido” – coordinate da Francesco Arrivo e realizzate dalla Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Foggia. Particolarmente appropriati inoltre i costumi della sartoria Shangrillà e gli esatti movimenti coreografici di Giada Ordine per il Corpo di Ballo “Tersicore Danza”.

Un plauso speciale è andato poi a premiare il gran lavoro messo a segno con gesto puntuale e rara pertinenza di stile (tanti gli echi pucciniani e di Mascagni, Lehár soprattutto ma c’è anche un pizzico di Verdi e perfino Rossini) dal direttore Andrea Palmacci, sul podio dell’Orchestra del Conservatorio “Umberto Giordano” e del Coro Lirico Pugliese preparato ad arte dal maestro Agostino Ruscillo. Il tutto in virtù, nelle premesse, del fondamentale intervento di orchestrazione e adattamento operato da Vincenzo Celozzi partendo dal semplice spartito per voci e pianoforte donato alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso al Conservatorio foggiano.

Tanti i consensi, infine, per tutti gli altri componenti del cast: il vigoroso tenore Vincenzo Maria Sarinelli (Ribof), l’incisivo mezzosoprano Federica Coco (Rosito), il delizioso soprano Carmen M. A. Bocale (Wanda), la talentosa Denise Graziano (soprano) che, nei divertenti panni en travesti e alla romana dell’effemminato Dorian rifiuta il corteggiamento delle femmine in una gag apicale (sono fiore senza gambo, sono uccello senza becco). E ancora: gli ottimi Marco Franchino (primo amico di Ribof), Zhang Yang (secondo amico di Ribof), Carlo Giuseppe Monaco (Don Miguel), Emanuel Gatta (Teddy), il tedeschizzato Roberto Caputo (Wlakmann), Massimiliano Guerrieri (Detective), Fernando Napolitano (Commissario) più, nel doppio gruppo delle otto straniere e delle Coralline, Noemi De FinaCarmen De Pasquale, Mun Hyeon KyeongFederica LosavioSara MaioranoMaria Arcangela TenaceIrene TzaoSara PalumboMaria Concetta Pirro.

A giudicare dagli esiti dell’Isola fin qui a tutti sconosciuta, non si può che dare ragione al professore Ruscillo che, sul progetto di riscoperta, conclude: «Galdieri e Nardella sono stati vittima di un’indagine critica frettolosa che ha rubricato i loro rispettivi prodotti artistici, quello poetico da una parte e quello musicale dall’altro, nella categoria delle opere ‘minori’. Il desiderio dell’intera comunità accademica del Conservatorio Giordano di Foggia è che tale première possa accendere i riflettori su questi due artisti, con la speranza che lo sforzo compiuto per giungere alla messinscena dell’operetta L’isola azzurra contribuisca, seppur in minima parte, alla loro renaissance».

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