IQ. 25/11/2012 – Oggi si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne voluta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
La data del 25 novembre è stata scelta per ricordare le sorelle Mirabal che il 25 novembre 1960 vennero uccise nella Repubblica Dominicana perché si opponevano alla dittatura di Leónidas Trujillo.
La violenza contro le donne come “ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi o possa provocare danno fisico, sessuale, psicologico o una sofferenza alle donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia in pubblico che nella vita privata.” Gli atti di violenza di genere possono includere, tra gli altri, la violenza domestica, l’abuso sessuale, lo stupro, le molestie sessuali, la tratta delle donne, la prostituzione forzata.
Le turbolenze nel rapporto tra i sessi, violenza compresa, sono l’effetto di una maggiore libertà femminile.
Le donne non stanno più nel posto che era stato loro assegnato nell’ordine familiare e sociale tradizionale esponendo loro a maggiori rischi. Ma tutto ciò è una risorsa. Il cambiamento sociale porta sempre con sé un elemento di imprevedibilità: la politica dovrebbe saperlo interpretare; capire e sostenere gli elementi positivi, invece di limitarsi a reprimere quelli negativi. (*)
(*) http://blog.graphe.it/2012/11/25/giornata-internazionale-per-leliminazione-della-violenza-contro-le-donne-2 – Scrive così Antonella Veltri del Telefono Rosa-Centro Roberta Lanzino di Cosenza. Roberta Lanzino fu violentata e uccisa il 26 luglio 1988, mentre con il motorino da Cerisano, in provincia di Cosenza, si recava a Torremezzo di Falconara, alla casa al mare.
Parlare di Roberta Lanzino e delle altre vittime di femminicidio è importante. Scrive Carlo Lucarelli nella prefazione al fumetto:
Per riflettere e ragionare sulla violenza degli uomini sulle donne, per capire che cosa può succedere in Italia se sbagli strada con il motorino. E poi c’è anche un dovere che noi abbiamo nei confronti della persona uccisa: la morte deve essere un buon motivo per raccontare la vita, per non dimenticare la vita. In Italia invece spesso i fatti – da Cogne in poi – “acquistano” il nome del luogo in cui è avvenuto l’omicidio (perdendo di vista la persona) oppure sono occasioni per costruire trasmissioni televisive in cui si commenta come avviene al bar e magari si è pronti a contraddirsi quando emergono le notizie vere. Nessuno mai, in questi contesti, dice invece che quello di Roberta Lanzino è stato un caso di violenza di un uomo su una donna. Come troppe volte avviene in Italia.