“Giovanissima e immensa”. Ritratto della nostra società alle soglie del new normal.
Libro di Achille Colombo Clerici ediz. Casagrande Lugano Milano. Interviste di Antonio Armano. Nelle libreria da Natale.
Anticipiamo uno stralcio del libro in cui si parla di Carlo Rubbia.
Nel corso del XXVII Incontro di Caidate in casa Belgiojoso, il premio Nobel per la fisica – uno dei sei Nobel italiani, il solo vivente – e senatore a vita Carlo Rubbia, relatore della conferenza assieme al rettore dell’Università degli Studi di Milano, il patologo Gianluca Vago, sul tema “Chi ha paura della scienza? Diffidenze e credenze nell’età della rete”, lancia un allarme.
Gli straordinari progressi fatti dalla tecnologia della comunicazione hanno avuto effetti imprevisti. Hanno enormemente aumentato il numero delle false notizie che circolano sulla rete, offrendo patente di credibilità a pseudo scienziati che diffondono “verità” fantasiose e, nel campo della medicina, ricette miracolose: in ciò aiutati da politici superficiali e addirittura da alcune sentenze della magistratura. Il protocollo Stamina, il grande bluff che illuse i malati, convinse un ministro della Sanità, portò i magistrati ad autorizzare gli “esperimenti”, finì con una condanna per truffa dell’ideatore principalmente grazie alla battaglia intrapresa da alcuni scienziati della Statale guidati dal Rettore; e ancora, la “cura” anticancro Di Bella, il caso vaccini, persino la xilella, parassita degli ulivi, la prevedibilità dei terremoti sono alcuni dei più recenti e clamorosi esempi di adulterazione della verità scientifica. Fenomeno globale, ma che in Italia è particolarmente visibile e stridente; considerato che proprio nel nostro Paese, con l’Accademia dei Lincei fondata nel 1603 da Federico Cesi, la più antica accademia scientifica del mondo portata a fama dal genio di uno dei suoi primi soci, Galileo Galilei, si aprirono le porte al sapere dopo l’oscurantismo medievale.
E dunque, web e populismo stanno attentando alla credibilità dellascienza?