“Giovanissima e immensa”. Ritratto della nostra società alle soglie del new normal.
Libro di Achille Colombo Clerici ediz. Casagrande Lugano Milano. Interviste di Antonio Armano. Nelle libreria da Natale.
Anticipiamo uno stralcio del libro in cui si parla di Philippe Daverio.
Illo tempore la famiglia Arconati aveva donato all’Ambrosiana il Codice Atlantico di Leonardo. Quando non si tengono manifestazioni – in genere musicali – o non si girano produzioni, Villa Arconati, mentre il traffico imperversa sulla strada, giace immensa e immersa in uno stato di silenzio, accentuato d’inverno dalla nebbia o dalla neve. In particolare quando la brughiera si copre di neve, sembra di assistere a una scena dell’Arca russa, l’infinito piano-sequenza di Sokurov sull’Ermitage.
«Villa Arconati – spiega Philippe Daverio, diventato da poco direttore artistico del museo della Fabbrica del Duomo –, un luogo assolutamente magico di quella Lombardia tra Sei e Settecento che sente di essere un pezzo centrale dell’Europa migliore. E dove essere uno degli Arconati vuol dire essere in relazione costante con Milano. Tant’è vero che se si guarda dalla torretta si vede direttamente in fondo il Duomo di Milano. E ne nasce una magia, architettonica, paesaggistica e di accumuli di cose che hanno sempre a che fare con il meglio della cultura. Se si pensa che da quelle parti è passato addirittura Antonio Vivaldi! Vi passava il weekend Arturo Toscanini.
La biblioteca, formidabile, con quella statua di Pompeo in mezzo, conteneva allora il Codice Atlantico, quello che oggi è conservato all’Ambrosiana.