“Giovanissima e immensa”. Ritratto della nostra società alle soglie del new normal.
“Giovanissima e immensa”. Ritratto della nostra società alle soglie del new normal. Libro di Achille Colombo Clerici ediz. Casagrande Lugano Milano. Interviste di Antonio Armano. Nelle librerie da Natale.
Anticipiamo uno stralcio del libro in cui si parla di Rajberti con Maurizio e Pia Corvi Mora e Bruna Gabardi Vanoli
Nella nostra tradizione da Malta al Santo Sepolcro – ragioniamo sorseggiando un Franciacorta Brut della cantina Fassati di Balzola al Castello di Passirano, durante una cena a Venezia nel refettorio di San Clemente con Maurizio e Maria Pia Corvi Mora, Gianrenzo e Cristina Cova e con Bruna Gabardi Vanoli – abbiamo sostanzialmente due grandi libri che vengono scritti nel XVI secolo e hanno un enorme successo: Il Cortegiano, di Baldassarre Castiglione (pubblicato nel 1558), e l’altro è il Galateo, di Monsignor Giovanni Della Casa (edito nel 1528). Due manuali che insegnavano ai non nobili a imitare i nobili, ed erano utilizzati per la scalata sociale. Più regole di comportamento che etiche. Le parti maggiormente lette e che sono rimaste erano infatti quelle per così dire pratico-funzionali. Sono libri riconducibili al contesto culturale del Concilio di Trento. Dal XVI secolo fino all’Ottocento nascono una serie di prodotti editoriali molto simili, e infine un testo, Il nuovo galateo, di Melchiorre Gioia, anche lui milanese come il Rajberti.
Il nuovo galateo del Gioia è lunghissimo, diviso in tre tomi (edito in tre edizioni tra il 1802 e il 1822) dove viene riscritta l’arte del ben comportarsi.»
Qual e la differenza tra Il Galateo e Il nuovo galateo?
«Sia Baldassarre Castiglione che Monsignor della Casa sono due ecclesiastici e scrivono sulla base di una visione fortemente cattolica, ispirata alla definizione della virtù del perfetto gentiluomo cattolico. In seguito si afferma la figura del libero pensatore laico e massone. Come Melchiorre Gioia, che si rivolge al laico appartenente alla classe media, il quale deve seguire il signore o il capo del mandamento territoriale in forma perfetta, in modo che sia un esempio delle virtù del suo padrone. In quest’epoca assistiamo all’affermazione di un nuovo modo di essere laico, di essere classe media.»
Siamo in epoca napoleonica, e subito dopo arriva il Rajberti, di famiglia nobile di origine nizzarda e non molto abbiente.
«Giovanni Rajberti, fondamentalmente un grande scroccone privo di …