“Giovanissima e immensa”. Ritratto della nostra società alle soglie del new normal.
Libro di Achille Colombo Clerici ediz. Casagrande Lugano Milano. Interviste di Antonio Armano.
Esposto nella vetrina della Libreria Hoepli a Milano
Anticipiamo uno stralcio del libro in cui si parla dell’urbanistica e dei diritti edificatori nell’esperienza milanese:
…La legge Bucalossi del 1977 sulla questione sembrava aver tagliato la testa al toro.
Se sostituiamo alla licenza edilizia la concessione, significa che abbiamo realizzato perfettamente lo “scorporo” del jus aedificandi dal diritto di proprietà delle aree: se è il comune a concederlo, non inerisce più alla proprietà.
Cioè non esiste più per nessuno.
Il problema non si risolse ovviamente in questi termini poiché la Corte costituzionale concluse che, non essendo mutato alcunché nella sostanza, perché i vincoli restavano tali per alcuni e gli indici volumetrici pieni premiavano altri, quella della concessione comunale o meno era una questione puramente terminologica. E allora, punto e a capo.
Nel frattempo, dal dark year, il 1978 – funestato tra l’altro dalla morti di Aldo Moro, del Papa Paolo VI e del Papa Albino Luciani, e agitato dalle dimissioni del presidente della Repubblica Giovanni Leone, ingiustamente travolto dallo scandalo Lockheed-Antelope Cobbler – è pure in vigore la legge sull’equo canone, passata sulla testa della Confedilizia allora guidata da Gianfilippo Delli Santi, che intreccia le sue negatività e le sue sperequazioni sul piano economico e sociale, con quelle dei vincoli, delle espropriazioni e delle norme iperdirigistiche.
Quella legge verrà superata quindici anni dopo, grazie all’azione condotta dalla Assoedilizia, storica associazione dei “proprietari di casa” fondata nel 1894, e presieduta a far tempo dagli anni Trenta dai predecessori Carlo Radice Fossati senior, Franco Bologna, Pier Italo Trolli, Giangaleazzo Stendardi, Arturo Grigioni, Edoardo Ferrario, Enrico Cantoni…