“Giovanissima e immensa”. Ritratto della nostra società alle soglie del new normal.
Libro di Achille Colombo Clerici ediz. Casagrande Lugano Milano. Interviste di Antonio Armano.
Anticipiamo uno stralcio del libro in cui si parla di Mario Draghi e di Giovanni Bazoli:
Certo è che una Unione dove non c’è difesa militare comune, dove non c’è politica estera comune, dove non c’è giustizia penale comune, dove sembra regnare il principio “chacun pour soi et Dieu pour tous” – quando poi lo stesso nome di Dio è stato espunto dalla sua Costituzione – deve fare ancora molta strada per mettersi a registro… Il discorso non è ancora superato.
Il 3 maggio del 2004, a un incontro, tenutosi nella sede della vecchia Cariplo in via Monte di Pietà a Milano, e organizzato dal Gruppo Cultura, Etica e Finanza – operante da una ventina d’anni a iniziativa, tra gli altri, di Angelo Caloia, Giovanni Bazoli, Tancredi Bianchi, Alberto Quadrio Curzio, Alberto Cova, Giorgio Rumi, Sergio Zaninelli, Lorenzo Ornaghi – Mario Draghi, che qualche mese dopo sarebbe diventato Governatore della Banca d’Italia, aveva detto: «Se quindici anni fa a molti di noi fosse stato chiesto come avremmo visto l’Europa nei successivi cinquant’anni, avremmo tutti dato delle risposte che avrebbero fatto pensare a uno Stato federale, a una crescita delle forme di governo comune: avremmo parlato di una politica di difesa comune, di una politica estera comune, saremmo stati consapevoli della difficoltà che questi processi comportano, ma quella era la strada. Oggi non più: ho la sensazione che se ci venisse posta la stessa domanda non sapremmo come rispondere. Quelli un pochino meno ottimisti direbbero che il riuscire a salvare un mercato comune europeo nei prossimi quaranta-cinquant’anni sarebbe già un obiettivo. Il 13 marzo 1998, durante un incontro conviviale nella medesima sede, Jacques Delors, che era stato fino al 1995 presidente della Commissione europea ebbe a dire: “La prima cosa che mi viene in mente, vista l’imminenza della unione economica e monetaria, è sapere se, oltre a essere il coronamento della integrazione economica, condotta da quarant’anni a questa parte, questa unione sarà anche la rampa di lancio dell’unione politica, la presa di coscienza di questa nuova entità”».