IQ. 13/05/2013 – Sono diminuite le prestazioni a carico del SSN, ma non si può determinare in che misura queste siano o meno transitate nel settore degli acquisti privati.
È probabile che si siano verificati contemporaneamente almeno tre elementi: una riduzione dovuta ad un effetto generale della crisi economica e della scarsità di risorse in sanità, riduzione probabilmente indotta più dal razionamento dell’offerta che dalla riduzione della domanda; un probabile trasferimento verso gli acquisti privati dovuto alla popolazione non esente che avrebbe dovuto pagare un ticket talvolta addirittura maggiore del prezzo; un allontanamento dall’accesso alle prestazioni per soggetti per i quali il pagamento dei ticket creava delle difficoltà e contestualmente il sistema delle esenzioni non era capace di attenuarle.
La seconda domanda è allora la seguente: “le esenzioni hanno determinato diversità di comportamento?”.
A questa domanda è difficile dare una risposta in quanto non si è a conoscenza se siano o meno aumentati i soggetti esenti. Nei soggetti non esenti le prestazioni risultano sempre in diminuzione, mentre in Piemonte, in Veneto e in Umbria risultano in aumento le prestazioni per gli esenti per patologia e in Liguria , in Toscana ed in Campania quelle degli esenti per reddito. È, però, probabile che in questi casi ci sia stato anche un aumento dei soggetti esenti che hanno richiesto ed ottenuto le esenzioni proprio per evitare di pagare i ticket aumentati.
Si osservi infine che, mentre la riduzione delle prestazioni acquistate dai produttori privati rappresenta per il SSN un effettivo risparmio, la diminuzione di prestazioni nel pubblico non rappresenta necessariamente un risparmio in quanto, almeno nel breve – medio periodo i costi fissi rimangono costanti e diminuiscono solo i costi variabili (che però per il settore della specialistica sono scarsi). Ciò significa che l’effetto globale dell’aumento dei 16 ticket in alcuni casi potrebbe aver comportato un aumento degli introiti di compartecipazione non sostanziale e una stabilità dei costi di produzione dei servizi pubblici, determinando, in questo modo, una situazione non così favorevole per i bilanci aziendali come invece si era sperato.
Nei riguardi dell’utenza, invece, sicuramente i ticket sono stati vissuti come una tassa non gradita e difficilmente si può ritenere che abbiano effettivamente comportato un aumento dell’appropriatezza ed anzi paradossalmente si può addirittura temere che agendo di più sui soggetti più deboli in quanto per lo più non proporzionali alle capacità contributive potrebbero aver inciso maggiormente sul l’accesso alle prestazioni appropriate rispetto alle inappropriate. Maggiori approfondimenti comunque potrebbero, e forse dovrebbero,essere effettuati mediante indagini ad hoc come ad esempio la Indagine Multiscopo Istat del 2012 di cui tra breve si potranno analizzare i risultati ;dal questionario della Multiscopo sulla salute si potrebbe infatti sapere quanto sia attualmente il consumo di prestazioni a carico del SSN oppure out of pocket.
Certamente, in ogni caso, sembra che tutto il sistema ticket – esenzioni abbia evidenziato delle distorsioni negli effetti prodotti e quindi, forse, sarebbe opportuno che fosse rivisto e se non ridimensionando i ticket, obiettivo probabilmente non attuabile,almeno ristrutturando il sistema in modo che debbano pagare solo coloro che possono farlo e non coloro che hanno scarsità di reddito o che già subiscono un aggravio delle spese sostenute a causa delle loro condizioni di malati cronici.
(Fonte Agenas)