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GP d’Italia: record su record, Verstappen per il terzo titolo.

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Nello sport non potrà mai esistere un momento uguale ad un altro” erano parole di Michael Schumacher alle quali oggi è complicato credere. Max Verstappen ha vinto il Gran Premio d’Italia stabilendo il nuovo record di vittorie consecutive in Formula 1. Per quanto ci si possa sforzare, sembra impossibile non associare il suo nome a quello di Schumi (ma anche Vettel ed Hamilton). Stessa formula vincente applicata in diversi periodi storici. Non sono paragonabili le vetture, ma è la continuità di risultati, il modo in cui SuperMax vince le gare a rievocare le marce trionfali dei predecessori. La stagione dell’olandese ad ora non ha eguali, sembra anche andare oltre quella di Michael del 2002 (undici vittorie e podio in ogni gara della stagione). Arabia ed Azerbaijan restano le uniche sconfitte di Max nel 2023, che poi chiamarle “sconfitte” è ingeneroso poiché in entrambe le occasioni ha concluso secondo alle spalle del compagno di scuderia Perez.

Max Verstappen su Red Bull

Gp d’Italia: il record di Verstappen

Ecco quindi che la presenza di Michael Schumacher continua a farsi sentire all’intero dei box. Una presenza immateriale, una presenza nei pensieri, ormai è così da quel tragico 29 dicembre 2013, ma per lui ci sarà sempre un posto nel paddock. Verstappen sta rispolverando quell’abitudine alla vittoria che era tanto cara a Schumi e anche a Hamilton e Vettel. Proprio quest’ultimo, l’altro tedesco della Ferrari -anche se sulla Ferrari non ha mai vinto il mondiale- ha dovuto lasciare un altro record a SuperMax: Seb era il più giovane vincitore di un gran premio di Formula 1 di sempre da quando a Monza 2008 vinse a 21 anni e 73 giorni e l’olandese vincente gli ha tolto quel primato al Gran Premio di Spagna del 2016, aveva 18 anni e 228 giorni. A Monza 2023 Vettel ha visto cancellare il suo nome dal libro dei record ancora una volta e sempre in favore di Max. Non poteva scegliere un luogo migliore, la sopraelevata è un monumento della Formula 1 e il circuito non è mai mancato nella storia del mondiale, il bis del campione a Monza doveva avere dei caratteri storici. È il primo a vincere 10 gran premi consecutivi, Seb si era fermato a 9. Se nel calcio la gente vuole indossare la maglia numero 10 per Maradona-parole di Ibrahimovic- nella Formula 1 il 10 sarà ora legato a Max, che continua a sembrare inarrestabile.

Carlos Sainz

Gp d’Italia, timidamenteFerrari

Le Ferrari restano ingolfate in una delle peggiori stagioni della storia del cavallino, eppure l’effetto Monza potrebbe aver dato quella potenza in più alle rosse concretizzatasi con la pole di Sainz. “Qualcosa è cambiato e mi sento così vivo” le parole dei Muse in Something Human forse sono troppo ottimistiche, però all’ombra della Sopraelevata le gerarchie sulla pista hanno raccontato una storia profondamente diversa a quella alla quale eravamo abituati. Ovviamente il discorso non coinvolge le Red Bull, ancora una volta prima e seconda, ma la scuderia di Maranello sembra aver costruito una distanza profonda almeno con il resto della griglia. Anche la classifica del mondiale conferma questi nuovi rapporti di forza, il sorpasso sull’Aston Martin è ora completo. A sentir Verstappen pare la vittoria, sia sfuggita alla Ferrari per un soffio: “non è stata una gara semplice, ce l’hanno fatta sudare ed era difficile avvicinarli e superarli, ho dovuto forzare l’errore”. Un’analisi precisa per la verità, se non fosse che quell’errore è arrivato al quindicesimo giro dopo il quale è andata in scena la solita marcia trionfale che potrebbe definirsi di straordinaria amministrazione (perché quando un pilota vince 10 gare consecutive non c’è niente di ordinario). Il duello finale tra le due rosse è uno spot per Maranello, vale solo il terzo posto perché intanto anche Perez ha svolto i suoi compiti di gregario, restando a debita distanza sia dalla prima posizione di Max sia da possibili attacchi alle sue spalle. Con più ritardo del solito (Perez passa Sainz a 6 giri dal termine), la Red Bull mette a referto l’ennesima doppietta e il tre (teoricamente due, ma c’è davvero bisogno di attendere la matematica per cambiare questo numero?) volte campione del mondo ha indossato il dieci sovrastando il cuore rosso di Monza.

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