“Non conta se finisci per terra, conta se ti rialzi”, la celebre frase di Vince Lombardi, l’allenatore che ha fatto la storia del Football Americano, potrebbe essere passata nella mente di Pecco Bagnaia quando si trovava a terra ai lati della pista del Buddh International Circuit. Una gara che non riuscì a finire quella dell’India, una gara che non fece altro che concretizzare la rimonta di Martin e portare lo spagnolo a recuperare una fetta importante di distanza con l’italiano. Da Misano a Mandalika Martinator, tra sprint e gare ha ottenuto sei vittorie e un secondo posto, fino alla domenica indonesiana dove è stata ripristinata la situazione precedente il Gran premio di Catalogna: un Campione del Mondo italiano in marcia per bissare il suo successo.
GP Indonesia: Bagnaia torna primo
La rimonta, iniziata dal pauroso crash di Pecco a Barcellona, di Martin era stata completata. Nel corso della sprint race di sabato, a causa della cattiva qualifica di Pecco, Jorge vinceva e metteva a punto il sorpasso mondiale ai danni del rider Lenovo. Con questo nuovo format con la gara breve, la qualifica ottiene una maggiore importanza e sbagliare il Giro rischia di condizionare l’intero weekend, con conseguente perdita di punti. Bagnaia lo ha capito subito vedendosi sfilare il primo posto, arrivando solo ottavo nella sprint. Domenica per la prima volta si è trovato a dover inseguire il rivale, quella che sembrava una rincorsa a distanza che avrebbe coronato un weekend negativo per Pecco, ha rapidamente cambiato scenario e da Mandalika l’azzurro ha preso un aereo in direzione Australia (prossimo gran premio a Philip Island), portando con se 18 punti di vantaggio. Questa volta la fortuna ha girato dalla parte di Pecco, la scelta di adottare la gomma morbida all’anteriore è risultata errata per Martin poiché uno dopo l’altro sono caduti numerosi piloti che avevano adottato la stessa scelta. Vetta conquistata nella sprint e vetta persa nella gara domenicale, Jorge ha vissuto 24 ore da capolista per poi sprofondare e distruggere una buona parte del vantaggio che aveva creato con così tanta minuziosità. Lo scontro Bagnaia-Martin continuerà in Australia.
Vinales e Quartararo completano il podio; Di Giannantonio e Bezzecchi completano la tripletta italiana nelle prime cinque posizioni. Per Digia è il miglior risultato della carriera, il primo squillo di una promessa finora dispersa. Aveva iniziato la sua avventura in MotoGP nel 2022 col team Gresini, ma a parte un ottavo posto al Sachsenring non era riuscito ad arrampicarsi nelle posizioni che contano al traguardo. Il 2023, secondo anno nella classe regina, finora era stato anch’esso circondato da tante ombre e poche luci, ma dopo l’ottavo posto al Motegi si capiva che Fabio stava vivendo un buon stato di forma e a Mandalika ha sfiorato il podio. Nelle altre classi la presenza italiana è più scarsa degli altri anni: Stefano Nepa è decimo in una Moto 3 contesa tra Masia, Sasaki, Holgado e Alonso, mentre il secondo posto in Moto 2 di Tony Arbolino non è incoraggiante poiché Acosta si è costruito un vantaggio apparentemente incolmabile. Il classe 2004 era stato promosso dopo appena un anno di battaglia in Moto 3, anche se lui i duelli corpo a corpo della categoria non li ha mai veramente vissuti poiché da Rookie vinse dominando il mondiale. Nel 2022 faticò all’esordio nella nuova categoria, anche se ottenne comunque tre vittorie e adesso sta riproponendo quel dominio del primo anno di Motomondiale. Nel 2024 salirà in sella ad una KTM di Moto GP per lanciarsi anche lui alla sfida con Martin e Bagnaia, c’è tempo per pensarci, non troppo per il giovane spagnolo, tantissimo per il pilota Pramac che prima cercherà la rivincita, chissà se proprio in Australia.