Non c’è nulla di certo nel calcio e tanto meno nel calciomercato. “So cosa ho fatto per arrivare al Milan e non farei mai l’errore di andarmene”, Sandro Tonali nel 2021, due anni prima l’arresto, direbbe Netflix, dove per arresto si intende la maglia bianconera del Newcastle. Adesso il tempo delle bandiere è veramente finito. Totti, Del Piero, Zanetti, Hamsik persino la dinastia Maldini, sono ormai un bellissimo ed irripetibile ricordo. C’è chi a fine carriera decide di tornare alle origini- Buffon ancora a difendere i pali del Parma in B- e chi vola in cerca di nuove sfide. Ciclicamente l’estate si popola di ambasciatori del calcio che si dirigono verso galassie -calcisticamente- lontane lontane per diffondere lo sport che è già il più seguito al mondo. È il caso dell’Arabia Saudita: progetti ambiziosi e tanta liquidità per convincere i calciatori, per lo più over 30, a diventare stelle nel deserto. L’Arabia Saudita non è la prima e probabilmente non sarà l’ultima, ci avevano provato la Cina; gli Stati Uniti ai tempi di Pelè, Cruijff e Beckenbauer; perfino India ed Australia quando incaricano proprio Alex Del Piero di “footballizzare” quelle terre cercando di ritagliare al calcio uno spazio tra il cricket ed il rugby. Sono tutte missioni miseramente fallite, in Arabia potrebbe andare in modo diverso tra gli spettri della Superlega che minano alla stabilità del sistema UEFA e alla crisi che sommerge molte delle squadre del vecchio continente. Le bandiere stanno scomparendo anche all’estero: da Gerrard a Lampard, per arrivare a Giggs, Iniesta, Puyol, Pique e più recentemente Sergio Busquets, tengono duro i pilastri del Bayern Monaco Muller e Neuer. Neanche Messi e Ronaldo hanno optato per la scelta di cuore, niente Barcellona e Sporting Lisbona, bensì Miami e Riad. Con i campionati, quelli che conosciamo meglio, che sono spenti da Giugno si palesa il momento dell’attesa colmata dai calcoli e dalle ipotesi del calciomercato.
Chi prende l’Inter ?
In estate ogni momento è buono per il grande annuncio di calciomercato, non c’è tregua, il calcio è onnipresente dalle città alle spiagge passando soprattuto sulle prime pagine dei giornali. Il calciomercato desta curiosità, è come una serie TV da vivere in tempo reale, genera un’attesa spasmodica è snervante. Lo stesso Ligabue, nella sua canzone “Hai Un Momento Dio?” non ci pensa due volte a chiedere come prima domanda “chi prende l’Inter?”. Viviamo ormai nell’era social, trovare un calciatore sconosciuto ai tifosi non è facile, la richiesta è sempre quella del grande nome, ma la stagione appena passata ha insegnato che il talento si nasconde ovunque e va scoperto con piccole mosse che passano inosservate alle concorrenti. Con questa strategia il Napoli ha vinto uno scudetto, passando dalla diga KK, Kalidou Koulibaly, alla somma di acquisti sotto lo stesso acronimo: Kvaratskhelia e Kim. Il terzo scudetto del Napoli è l’ennesima testimonianza che i titoli si vincono a maggio e i “Campioni di agosto” rischiano solamente di lasciare i sogni mezzi aperti.
Ne sapranno qualcosa la Roma e l’Inter. Quella del pubblico giallorosso verso Paulo Dybala era stata una dichiarazioni di amore incondizionato: la Capitale ha incoronato il suo nono Re – l’ottavo porta il nome di Francesco Totti- già a fine luglio presentandolo sotto il Colosseo quadrato. La stagione è invece si è conclusa senza titoli e con una finale di Europa League da cuori infranti. I nerazzurri avevano anche loro un certo diritto di sentirsi vincenti: squadra che vince non si cambia, o al limite si ricostruisce. Fallimento nel 2021/22 senza Lukaku e quindi via libera per il Lukaku-bis e soprattuto, con Lautaro, riunione della Lu-La. La finale di Champions e la Coppa Italia hanno salvato la stagione, ma Inzaghi non è mai stato realmente in corsa per lo scudetto. Ci sono poi quegli acquisti che possono essere definiti sbagliati, come in ogni gara motoristica una cattiva partenza condiziona l’intera manifestazione: basta fare un errore nella sessione di mercato, puntare con troppa sicurezza su un giocatore ed ecco che la stagione è rovinata in partenza. Il Milan ha sperimentato questa situazione poiché attende ancora di scoprire il talento di Charles De Ketelaere.
Inghilterra, Spagna, Bayern Monaco e Paris Saint Germain ormai non sono più abituate a festeggiare il grande colpo, semplicemente perché con campagne acquisti eclatanti – vedi il Chelsea- il rischio è quello di arrivare alla saturazione del talento: se i videogiochi calcistici hanno insegnato qualcosa, non si può creare una squadra di fenomeni senza che ci sia intesa tra di loro, chi ha giocato alla modalità Ultimate Team di FIFA lo sa bene. In Italia invece ci riserviamo ancora quel tipo di felicità che i tifosi possono provare al momento delle presentazioni. Certo se il Real Madrid dovesse far atterrare a Barajas Kylian Mbappè significherebbe la quasi certezza del successo, sarebbe la trattativa storica pronta a segnare il futuro del calcio madridista. E a proposito di trattative storiche, nel 2018 anche la Serie A si assicurò il colpo dell’estate, una sorta di Oscar sportivo: Cristiano Ronaldo vestiva il bianconero della Juventus. Oggi le squadre italiane non hanno le disponibilità economiche per questo tipo di fuochi d’artificio. Per quel che abbiamo visto in Italia, nel 2023 ci si limita ad anticipare il campionato, ancor prima di entrare negli stadi si giocano delle caldissime partite sui tavoli delle trattative: derby di Milano per Thuram, e tutti contro tutti per assicurarsi Frattesi. E se la concorrenza cancella l’obiettivo primario si può sempre cercare “l’usato sicuro”; il calciomercato è anche una macchina del tempo, Morata e Icardi darebbero al campionato quel tocco di Amarcord che può completare lo spettacolo. A fine estate si incoronano i campioni di agosto, l’unico titolo che forse non è un male lasciarsi sfuggire, Giuntoli, Kvara e Kim insegnano.