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Il 2024 d’oro dello sport italiano.

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venerdì, Gennaio 3, 2025

Finalmente, dopo tante delusioni, dopo tante ferite una delle quali ancora aperta nella bacheca dello sport italiano risplende il bagliore della medaglia d’oro olimpica del volley. E’ forse quella la giornata simbolo del nostro 2024 sportivo, Julio Velasco ha dimenticato Atlanta, quando perse la finale per l’Oro contro l’Olanda. La Nations League vinta a giugno e poi il titolo più ambito, quello più sognato da una vita dalla pallavolo e dall’intero movimento sportivo azzurro. Giunti a fine anno è il momento dei bilanci e abbiamo scelto di partire proprio dalle ragazze di Velasco e di conseguenza anche dalle Olimpiadi di Parigi. Giochi di polemica e politica: il caso Imane Khelif e le acque del Tamigi hanno rischiato di oscurare il clamore dei risultati sul campo, ma nel corso di quelle giornate a cinque cerchi alla fine l’aspetto sportivo ha prevalso incoronando l’algerina, portando all’Italia un bronzo (Taddeucci) e un legno (Acerenza) dalle acque del fiume nella Ville lumiere. Soprattutto, a dar lustro all’Olimpiade sono stati i record, i trionfi di Roncadelle, le feste azzurre in sport inediti come il tennis (Errani/Paolini e Musetti) o la ginnastica (Alice D’Amato) ma la goduria per una vittoria contro la nazione rivale (La spada a squadre femminile che ha sconfitto la Francia nella finale per l’Oro). 12 ori, superato Tokyo con la soddisfazione di aver dato seguito alla serie positiva di medaglie, ininterrotta dal giorno di Lupo-Nicolai a Rio 2016 (e questa volta dobbiamo ringraziare un salto di Mattia Furlani che nella giornata più difficile ha colto un podio a sorpresa). Non possono mancare le delusioni e i dispiaceri, come in ogni Olimpiade d’altronde; ci aspettavamo di più dell’oro di Alice Bellandi nel Judo, e nella scherma, beffata dall’arbitro della finale di Filippo Macchi. Ma anche da Gimbo Tamberi che colpi dalla sfortuna ha dovuto fronteggiare al momento sbagliato i calcoli renali. E a proposito del salto in alto (sorprendente Sottile), come non ricordare i 25 quarti posti che il presidente Mattarella ha voluto convocare al Quirinale al pari dei medagliati. Al livello mondiale sono stati i giochi di Armand Duplantis, di Pan Zhanle, Noah Lyles, Summer McIntosh, Marit Bouwmeester, Remco Evenepoel, Harrie Lavreysen, Simone Biles, Katie Ledecky, Leon Marchand, Teddy Riner e perdonateci se dimentichiamo qualcuno.

Foto di gruppo del Presidente Sergio Mattarella insieme agli atleti italiani delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Parigi 2024

Calcio, Se habla Español

L’anno della Spagna, o meglio del calcio ispanohablante. Real Madrid, Furie Rosse e Albiceleste, i campioni parlano la stessa lingua, lo spagnolo, con Ancelotti che ha stabilito il record di vittorie in Champions League per un allenatore, alla guida di un Real ingiocabile. Affidandosi a Carvajal, Modric e la passerella finale di Toni Kroos sono riusciti a spengere la grande cavalcata del Borussia Dortmund in quella che più di tutte era la partita di Jude Bellingham. L’inglese non ha brillato in prima persona sotto l’arco di Wembley, ma si è affermato nel corso di tutta la stagione tra i migliori calciatori al mondo, se poi al fianco hai qualcuno come Vinicius tutto può sembrare più facile. E a proposito del brasiliano, ha concluso l’anno con una delusione vissuta da lui e dalla squadra quasi come uno sgarbo personale. Il pallone d’oro è andato tra le mani (e le stampelle) di Rodri, che nel 2023 aveva deciso la finale di Champions contro l’Inter e nel 2024 è stato il metronomo della Nazionale spagnola. Le Furie rosse dal futuro, stiamo vivendo una nuova generazione di fenomeni iberici che hanno vinto l’Europeo in Germania, in finale contro l’Inghilterra. Un torneo amaro per l’Italia campione uscente, che fin da subito nel girone si è scontrata contro il talento che sgorga istintivo e travolgente dei giovani iberici come Nico Williams, Pedri (21 anni), Lamine Yamal (16 anni). Passato il girone con un gol miracoloso di Zaccagni contro la Croazia, gli azzurri di Spalletti si sono spenti, anche se più che altro hanno dimostrato di non essersi mai accesi, agli ottavi con la Svizzera. Mentre le Furie Rosse proseguivano la loro estate di calcio d’oro vincendo anche l’Olimpiade a Parigi (con Fermin e Baena campioni d’Europa e olimpici), nell’altro emisfero festeggiava anche l’Argentina, sempre nel segno di Lionel Messi. A meno di due anni di distanza dalla notte dorata di Doha, Leo ha bissato il successo in Copa America, ma questa volta supportato da un nuovo candidato al pallone d’oro: Lautaro Martinez. L’anello di congiunzione tra il calcio italiano e il mondo delle nazionali di campioni, il Toro ha chiuso settimo in classifica del pallone d’oro al termine di una stagione in cui è stato il primo artefice dello scudetto dell’Inter, il ventesimo, quello della seconda simbolica stella da apporre sopra il logo della squadre campione per almeno 20 volte. Da non dimenticare altri colori nerazzurri, quelli dell’Atalanta, la nuova potenza del calcio italiano ed europeo sotto la guida di Gasperini. Il suo tocco magico ha trasformato la Dea in circa un decennio; valorizzando giocatori (Lookman) , rivitalizzandone altri (De Ketelaere) e scoprendo talenti dalle giovanili (Ruggeri) ha guidato la sua squadra al successo in Europa League, contro i campioni di Germania del Bayer Leverkusen fino a quel momento imbattuti.

Davis Cup 2024 Italia campione Sinner Berrettini Musetti Bolelli Vavassori Volandri

Il tennis uno sport italiano

Tornando ad analizzare il nostro giardino di casa, ci rendiamo conto che il 2024 è stato l’anno in cui il tennis si è affermato come uno sport italiano. Siamo diventati il paese guida, il riferimento mondiale per la racchetta e lo dobbiamo a Jannik Sinner, ma non solo. Già dal 2023, tra Finals e Davis Cup l’attenzione mediatica si era spostata sul campo da tennis. Nell’anno appena trascorso la Sinnermania ha consolidato definitivamente l’interesse degli italiani verso questo sport. La mattina dello scorso 26 gennaio l’alba si tingeva d’azzurro quando Jannik realizzava il match point che eliminava Novak Djokovic dalle semifinali dell’Australian Open. La Finale con Medvedev, tra rimonte, controrimonte e gesti tecnici da cineteca, si è conclusa in favore dell’altoatesino che ha riportato l’italia al successo Slam. Ed era solamente un preludio. Attraversata la primavera -nella quale sono arrivate si le delusioni di Montecarlo e la rinuncia a Roma, ma anche il successo a Miami- in estate si è concretizzato il traguardo più ambito da ogni tennsita, la scalata al numero uno della classifica ATP raggiunto al Roland Garros mentre era in campo contro Dimitrov. Dopo gli Internazionali ha mancato anche i Giochi Olimpici per una laringite, ma da Parigi non ne siamo usciti a mani vuote, anzi, senza dubbio abbiamo assistito alla miglior Olimpiade del nostro tennis con il bronzo di Musetti e trionfo di Errani/Paolini. Un anno d’Oro anche grazie a loro e in particolare a Jasmine che ha strabiliato e ha iniziato a brillare di luce propria, scostandosi dall’abbagliante successo di Sinner e fin dal titolo a Dubai si è imposta come il volto del tennis italiano al femminile. Internazionali in doppio, finali Slam a Parigi e Wimbledon e l’Oro olimpico con Sara Errani, non la definiamo una stagione irripetibile perché ci auguriamo possa replicare e migliorare tali impresi anche nel 2025. Ad estate conclusa, insieme al solito Sinner che ha completato la sua stagione priva di ombre con lo Slam a New York ha brillato perfino il doppio misto di Errani/Vavassori, vincitori a Flushing Meadows. Con l’aggiunta di un Masters 1000 Sinneriano a Shangai, quello del tennis è stato un gran finale che difficilemten scorderemo. 4 qualificazioni su 4 alle finals, singolo e doppio maschili e femminili; Jannik le ha addirittura vinte senza mai trovarsi in difficoltà contro nessuno. E alla fine, ad issare il tricolore in vetta al mondo delle racchette ci hanno pensato le Nazionali, quella di Tathiana Garbin e di Filippo Volandri vincitrici di Fed Cup e Coppa Davis. Nell’anno del ritiro di Rafael Nadal e di Andy Murray il circuito ha scoperto nella Volpe Rossa il suo nuovo dominatore, ma considerate le premesse era solo questione di tempo.

Tadej Pogacar

Verstappen, New Zealand, Pogacar nel segno del dominio

Al di là dei campioni Olimpici che per esigenze di spazio non possiamo citare al completo, il 2024 sportivo è stata un annata nella quale si è consolidata l’invincibilità dei fuoriclasse. E’ quanto accaduto sulle quattro e sulle due ruote, ma in questo secondo caso non parliamo del motomondiale che Jorge Martin è riuscito a sfilare, con grande costanza e perseveranza, a Pecco Bagnaia. Tadej Pogacar in sella alla sua biciletta del team UAE si è dimostrato ingiocabile, per chiunque, privo di avversari sia la Giro d’Italia che al Tour de France. Ha fatto tutto alla perfezione, portando a compimento la doppietta dei grandi Giri, cosa che non riusciva a nessuno dai tempi di Pantani, ma non si è fermato lì e un po come Sinner ha provato a prendersi tutto, finendo sconfitto in pratica solamente alla Sanremo. Come Jannik ha saltato le Olimpiadi, lasciando spazio alla doppietta cronometro-corsa in linea di Remco Evenepoel, un periodo di riposo e allenamento -nel quale intanto si è corsa la Vuelta di Roglic- che lo ha portato ad una conclusione da antologia con un’impresa al mondiale di Zurigo e un altro successo al Lombardia. Considerando anche le Strade Bianche e la Liegi non possiamo che definire dominante la stagione di Tadej. Si può dire altrettanto della Formula 1? Per un certo verso si, quello di Max Verstappen è stato un dominio per la prima metà della stagione, quel che basta per festeggiare il quarto mondiale piloti. Tuttavia, la concorrenza di Norris che ha fallito più di un’occasione e il calo verticale di Perez hanno aperto i discorsi per il titolo costruttori, per il classico scontro all’ultima gara Ferrari-McLaren. La rossa con Leclerc e l’utlima stagione di Sainz ha vinto a Monaco, Monza, Austin, Melbourne e Città del Messico restando comunque alle spalle dei papaya. Una sconfitta ad alta digeribilità se si pensa ai risultati degli anni precedenti quando il podio sembrava il risultato massimo. Peso diverso ha invece la sconfitta, sempre contro un team inglese, delle Formula Uno dei mari. Luna Rossa tornava in acqua a tre anni di distanza dall’ultima partecipazione all’America’s Cup, ma le speranze di un assalto ai kiwi campioni in carica si sono trasformate nella delusione per aver perso la Louis Vuitton Cup contro Team Ines Britannia. L’equipaggio di Ben Ainsle comunque non è riuscito ad arginare lo strapotere di Emirates New Zealand che si è iscritto di diritto tra i dominatori del mondo sportivo del 2024.

Mikaela Shiffrin

2025, l’anno che verrà

Prevedere o controllare il futuro, ci insegnano i film di Robert Zemeckis, è un’impresa impossibile, ma per capire cosa ci racconteremo noi appassionati di sport quando “l’anno che sta arrivando tra un anno passerà” per dirla con Lucio Dalla qualche indizio lo abbiamo. C’è grande attesa per il mondiale per club, la prima edizione a 32 squadre, una rivoluzione calcistica che trasformerà l’estate in un evento anche per lo sport più seguito al mondo. Inter e Juventus saranno le italiane in campo negli Stati Uniti per scoprire una nuova dimensione calcistica. Non destano meno interesse la Formula Uno e la Moto Gp, con le rivoluzioni della griglia che hanno portato Hamilton in Ferrari -nel tentatvo di ostacolare Max nella sua rincorsa al quinto titolo consecutivo- e Marquez al fianco di Bagnaia. Si potrebbe parlare fin da subito di record, di traguardi da ricordare negli sport invernali. L’anno inizierà con le Universiadi invernali a Torino, ma per quanto riguarda lo sci gli occhi saranno tutti puntati su Mikaela Shiffrin. Il suo infortunio a Killington ha fatto slittare il traguardo della centesima vittoria in coppa del mondo, e nella stagione dei mondiali a Saalbach potrebbe raggiungere un successo a tre cifre. Lo stesso potrebbe accadere a Djokovic che in carriera ha vinto novantanove tornei. Anno di mondiali non solo per Sci e calcio per club, ma anche per il Volley. Ragazzi campioni, quelli di De Giorgi affiancati alle Ragazze d’oro di Velasco che a settembre nel sud est asiatico cercheranno di aggiungere l’unico trofeo mancante al palmares. Anticiperanno il torneo maschile in programma tra Filippine, Giappone e Indonesia dove Michieletto e company proveranno a bissare il trionfo di Katowice. E non possiamo non seguire le imprese di nuovi dioscuri, Tadej e Jannik, che nel ciclismo e nel tennis tenteranno un nuovo assalto ai pochi tornei che gli mancano come la Sanremo o gli Internazionali d’Italia cercando riconferme negli Slam o ai mondiali in Ruanda. Non ci saranno le Olimpiadi, ma lo sport non ci abbandonerà mai. Teniamoci stretti i ricordi d’oro del 2024 e diamo il benvenuto al 2025.

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