Giorno QN del 22 agosto 2015 “Il Macigno delle Tasse” A. Colombo Clerici
L’economista Mauro Marè dell’Università della Tuscia, in un articolo, pubblicato da un importante quotidiano, relativo alla riforma del sistema tributario afferma che “si tassa poco il patrimonio, la proprietà e i redditi diversi da quelli da lavoro dipendente” auspicando, in particolare, di “riflettere bene sulla necessità di esentare di più la proprietà immobiliare; essa è tassata all’estero molto più che nel nostro Paese”. Qualche giorno prima lo stesso quotidiano titolava, in contrapposizione a questa tesi, “Casa, Bancomat del fisco”.
Il prof. Marè sembra ignorare che sulla casa grava oggi un macigno di circa 45 miliardi, cui si aggiungono 8 miliardi di tassa sui rifiuti. Prendendo in considerazione soltanto le tasse “dirette” sulla casa, esse risultano pari al 2,9% del Pil, e collocano l’Italia al quarto posto, per l’entità dell’onere, nella classifica tra i 29 Paesi dell’Unione Europea. E sembra ignorare che la tassa sull’immobile provoca un effetto recessivo, per la misura del prelievo, e soprattutto perché aumenta la sfiducia e il senso di insicurezza dei cittadini. Controprova è il calo del valore degli immobili privati in Italia coinciso con l’aumento della tassazione, passato da circa 8.000 miliardi a circa 6.000. Duemila miliardi di perdita, più del prodotto lordo annuo, per racimolare poche decine di miliardi di nuovi introiti.
I settori dell’economia non sono comparti a sé stanti ma sono tra loro strettamente collegati. Il settore immobiliare, dove confluisce gran parte del risparmio degli italiani, sia famiglie sia aziende, è la riserva di risorse dove attingere quando “le vacche sono magre” (e lo sono in modo rilevante dal 2008 fino ad oggi). Se si continua a colpire duramente col prelievo fiscale questo settore, cioè il risparmio, si colpiscono i consumi (famiglie) e si incrementa il numero delle aziende che chiudono non avendo sufficienti “riserve” per superare la crisi. Ciò, anche senza considerare l’enorme indotto industriale (imprese edili e complementari, industria dei materiali, ecc.) che il settore immobiliare trascina ed alimenta. Le risorse prelevate dal settore immobiliare si traducono immediatamente in minori commesse per l’indotto, minori consumi e in definitiva minore occupazione.