E’ morto Giampiero Galeazzi. Il celebre giornalista sportivo aveva 76 anni. Da anni Galeazzi non si vedeva più in tv. La sua ultima apparizione infatti risale a Domenica In del 2018. Galeazzi soffriva gravemente di diabete e del morbo di parkinson, malattie che lo avevano costretto ad abbandonare gli schermi della Rai. Nato a Roma nel 1946, Galeazzi era laureato in economia e specializzato in stastistica. Aveva iniziato la sua carriera lavorativa nell’ufficio marketing della Fiat ma era anche un grande appassionato di Sport. Come suo padre che aveva vinto nel 1932 gli europei nel” due senza”, era un professionista del canottaggio. Nel 1967 vince il campionato italiano “singolo” e nel 1968 nel “doppio” con Giuliano Spingardi. Sempre in quel periodo arriva in Rai grazie a Gilberto Evangelisti che gli affibbia il celebre soprannome d “ Bisteccone”. Anni dopo dirà a proposito del suo celebre epiteto “ In rai mi portò Gilberto Evangelisti mi diede questo soprannome. Bisteccone in romano indica un ragazzo giovane, alto, forte che vive la vita. Appena mi videro in compagnia del mio amico gli chiesero.. e chi è sto bisteccone?”. Passa dalla radio alla tv, segue le Olimpiadi dal 1972 al 2004.Si specializza sul tennis, sul calcio e ovviamente sul canottaggio, resta celebre la sua telecronaca della vittoria dei fratelli Abbagnale nel 1988. Popolarissimo soprattutto grazie alla Domenica Sportiva, è stato co-conduttore anche di un’ edizione del festival di San Remo per volere di Pippo Baudo e telecronista di uno storico incontro tra il presidente Reagan e Gorbaciov. Opinionista, conduttore e inviato delle partite di calcio della serie A ,nel grande rituale collettivo che ha accompagnato per decenni la storia del costume degli italiani, si è segnalato per la sua simpatia bonaria, per la sua mole imponente e il suo carattere genuino nonché per lo spirito grintoso delle sue telecronache, in cui metteva lo stesso agonismo di quando era campione sportivo. Simbolo di una tv in trasformazione ma ancora garbata e seria, Galeazzi resterà nell’iconografia collettiva dello sport e della Rai come protagonista, grazie alla umanità che lo ha sempre distinto e che sopratutto un tempo era caratteristica anche del nostro modo di vedere lo sport.
sabato, Novembre 23, 2024