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IL RAFFREDDORE: UNA MALATTIA INCURABILE.

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giovedì, Novembre 21, 2024

Innanzitutto il nome scientifico è “raffreddore comune”; si tratta di una malattia a origine virale, una delle più comuni a livello mondiale, che comporta l’infiammazione della mucosa delle prime vie respiratorie, naso e tratto iniziale della gola; è una delle patologie dalla più alta contagiosità, in quanto può essere trasmesso sia da malati che da portatori sani.

Il contagio può avvenire attraverso le piccole goccioline emesse mediante tosse o starnuto (fenomeno che può portare all’emissione di materiale fino alla velocità di 160 km/h, riuscendo a raggiungere anche distanze di alcuni metri rispetto al soggetto che ha starnutito), ma anche attraverso piccole emissioni di saliva durante la fonazione: pertanto, il contagio può avvenire anche tra due persone che stanno tranquillamente conversando. Vi è anche la possibilità di infezione indiretta, in quanto i virus responsabili del raffreddore sono molto resistenti e riescono a sopravvivere diverse ore nell’ambiente esterno: questo comporta la possibilità di infezione per contatto da superfici.

Sulla base di quanto appena descritto, si conferma l’importanza di lavarsi spesso le mani e di coprirsi naso e bocca in caso di tosse o starnuto, non solo per una questione di educazione, ma proprio per ridurre le possibilità di ammalarsi o di far ammalare gli altri.

Gli agenti eziologici principali del raffreddore comune sono i Rhinovirus (anche se alcune forme possono essere causate in maniera minore anche da altri virus come i coronavirus, gli adenovirus e i virus influenzali e parainfluenzali). Sono conosciute tre specie, denominate Rhinovirus A,B e C, all’interno della quale sono noti almeno 160 sierotipi diversi.

Si tratta dei virus più piccoli conosciuti e hanno un tasso di replicazione ottimale tra i 33 e i 35 gradi, riscontrabili proprio sulla mucosa nasale. Questo spiega il motivo per cui l’infezione da rhinovirus non è quasi mai associata a febbre, a differenza di quella dei virus influenzali che hanno bisogno di almeno 39 gradi per replicarsi.

Bisogna sfatare il mito del “colpo di freddo”: esporsi a temperature basse, oppure essere colti all’improvviso da una ventata gelida, non sono di per sé fattori favorenti l’infezione, in quanto per quanto possa fare freddo, se non si entra in contatto con il virus non potrà mai insorgere un raffreddore. La correlazione sembrerebbe dovuta più che altro ad una maggiore suscettibilità della mucosa nasale e ad una sua più scarsa capacità difensiva dovuta proprio all’abbassamento di temperatura.

Non serve dilungarci troppo sui sintomi, in quanto sono ben noti a tutti: congestione nasale, naso chiuso, aumento delle secrezioni dalla mucosa nasale, starnuti frequenti.

In genere la guarigione avviene nel giro di 5-10 giorni, ma è importante non sottovalutare un raffreddore che si protrae per più di due settimane in quanto potremmo ritrovarci davanti ad un episodio di sinusite.

Risulta essere una delle patologie più soggette alle credenze popolari e ai cosiddetti “rimedi della nonna”: benché l’assunzione di brodo caldo possa avere un qualche beneficio dovuto più che altro al calore, all’assunzione di proteine e al sale che agiscono contrastando l’infezione, altri rimedi noti come l’assunzione di miele, di vino o succo di limone sono privi di validazione scientifica.

Il raffreddore comune è una malattia incurabile: per quanto si possa pensare che l’utilizzo di decongestionanti nasali, di antinfiammatori, di sciroppi vari, aiuti a guarire, in realtà questi mezzi permettono solo di attenuare momentaneamente i sintomi. Il raffreddore comune è una malattia incurabile proprio perché non esiste un farmaco che lo faccia passare e il decorso della malattia prosegue fino alla guarigione spontanea che si assumano o meno dei trattamenti.

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