Il sale, un cristallo apparentemente innocuo, è un elemento onnipresente nelle nostre cucine, capace di esaltare i sapori ma anche di insidiare la nostra salute se consumato in eccesso
Il sale, chimicamente cloruro di sodio (NaCl), svolge diverse funzioni nel nostro organismo, tra cui la regolazione dell’equilibrio idrico, la trasmissione degli impulsi nervosi e la contrazione muscolare. Tuttavia, un consumo eccessivo di sale può alterare questi delicati equilibri, causando ritenzione idrica e aumentando il rischio di ipertensione. Il meccanismo attraverso cui il sale causa ritenzione idrica è relativamente semplice: il sodio attira l’acqua, quindi un eccesso di sodio nel sangue porta a una maggiore ritenzione di liquidi da parte dei reni, con conseguente aumento del volume del sangue e della pressione arteriosa.

L’ipertensione arteriosa, spesso definita “killer silenzioso” proprio per la sua natura asintomatica nelle fasi iniziali, è una condizione caratterizzata da una pressione sanguigna persistentemente elevata. La pressione sanguigna è la forza esercitata dal sangue sulle pareti delle arterie e viene misurata con due valori: la pressione sistolica (la pressione massima, misurata durante la contrazione del cuore) e la pressione diastolica (la pressione minima, misurata durante il rilassamento del cuore). Si considera ipertensione una pressione sistolica pari o superiore a 140 mmHg e/o una pressione diastolica pari o superiore a 90 mmHg. Per valutare la propria pressione sanguigna è necessario misurarla regolarmente con un apposito misuratore, preferibilmente al mattino e alla sera, a riposo e seguendo le indicazioni del medico. L’ipertensione, se non controllata, può causare danni irreversibili a diversi organi, tra cui cuore (infarto, scompenso cardiaco), cervello (ictus), reni (insufficienza renale), occhi (retinopatia ipertensiva) e arterie (aneurismi).
Un aspetto critico riguarda la tipologia di sale consumata. Il sale raffinato, il comune sale da tavola, subisce processi di raffinazione che ne impoveriscono il contenuto di minerali, lasciando quasi esclusivamente cloruro di sodio. Al contrario, il sale integrale, come il sale marino integrale o il sale rosa dell’Himalaya, conserva una maggiore quantità di minerali, come magnesio, potassio e calcio, che possono avere effetti benefici sulla salute. L’abuso di sale raffinato, quindi, non solo apporta un eccesso di sodio, ma priva anche l’organismo di importanti nutrienti.
Recenti studi hanno evidenziato un’interessante interazione tra il sale, il microbiota intestinale e la pressione sanguigna. La ricerca di Wick et al. (2017), pubblicata su Nature, ha dimostrato che un elevato consumo di sale può alterare la composizione del microbiota intestinale, riducendo significativamente la presenza di batteri benefici, in particolare i Lactobacilli. Questa alterazione del microbiota, a sua volta, può contribuire all’aumento della pressione sanguigna. Altre ricerche hanno confermato questa correlazione, evidenziando come la disbiosi indotta dal sale possa influenzare il sistema immunitario e l’infiammazione, fattori che possono contribuire all’ipertensione.
Fortunatamente, esistono diverse strategie per ridurre l’apporto di sale e insaporire i cibi in modo sano e gustoso. L’utilizzo di spezie, erbe aromatiche e altri aromi naturali può essere un valido alleato in cucina. Ad esempio, per esaltare il sapore del pesce si possono utilizzare erbe aromatiche come prezzemolo, aneto, timo e rosmarino, oppure spezie come curcuma, zenzero e pepe. Per insaporire le carni, si possono utilizzare spezie come paprika, cumino, coriandolo e origano. Per le verdure, si possono utilizzare erbe aromatiche fresche o essiccate, aglio, cipolla, peperoncino e succo di limone. Creare miscele di spezie personalizzate può essere un modo divertente e creativo per sperimentare nuovi sapori e ridurre l’uso del sale.

Oltre all’utilizzo di spezie, un’alimentazione equilibrata e varia, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e legumi, è fondamentale per la regolazione della pressione arteriosa. Anche l’integrazione di probiotici può svolgere un ruolo importante nel mantenimento di un microbiota intestinale sano e, di conseguenza, nella prevenzione e nel controllo dell’ipertensione. Come precedentemente accennato, alcuni studi hanno dimostrato che specifici ceppi di Lactobacilli possono contribuire alla riduzione della pressione sanguigna.
In parole povere il sale è un elemento da consumare con moderazione e consapevolezza. L’abuso, soprattutto di sale raffinato, può avere effetti negativi sulla salute, in particolare sulla ritenzione idrica e sulla pressione arteriosa. Un approccio che privilegi l’utilizzo di spezie, un’alimentazione equilibrata e il mantenimento di un microbiota intestinale sano, anche attraverso l’uso di probiotici, rappresenta la strategia più efficace per preservare la salute cardiovascolare e il benessere generale.
Dott. Febo Quercia – Biologo Nutrizionista
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