Matino è un piccolo borgo sulle ultime propaggini delle Serre Salentine, a pochi chilometri dalla costa ionica. Il centro storico si estende sulla collina di Sant’Ermete, adagiata fra due canaloni preistorici di origine carsica, denominati rispettivamente “Universo” e “Reale”. Il territorio circostante rappresenta una delle zone più fertili del Salento, con colture d’ulivo e di vite, alternate a campi dedicati a seminativi e attività in serra, in particolare alla coltivazione di fiori. Si interrompono così quelle distese monocolturali e monocromatiche che hanno portato malattie e impoverimento del suolo. Pare, infatti, che il nome Matino derivi dalla radice linguistica osca Mat che significa “terreno fertile”.
Lo YEAST Photo Festival
È all’interno di questo contesto, denso di energia, luce e luoghi fertili, che nasce YEAST Photo Festival. Il festival prende il nome dalla lievitazione, fenomeno misterioso di funghi e propagazioni, per la preparazione dei cibi. Ideato dai fotografi Flavio&Frank e co-diretto da Veronica Nicolardi (Cortona On the Move), YEAST è incentrato sui temi della sostenibilità sociale e ambientale. Infatti, in questa seconda edizione, pur proseguendo il suo viaggio verso il cibo, il Festival amplia il proprio sguardo ed entra nelle case delle persone, racconta le storie del territorio, collega la cultura locale con la narrazione di paesi lontani. Ogni cultura del mondo è connessa al cibo e alla convivialità che nasce sedendosi a lunghe tavole, affollate (feste) o silenziose (monasteri), mentre si assapora un buon pasto.
Gli artisti allo YEAST Photo Festival 2023
13 mostre personali e una collettiva testimoniano un fermento che ha portato oltre 40 artisti internazionali in luoghi diffusi e inusuali nel borgo di Matino: dagli antichi frantoi ipogei in pietra calcarea, alla macelleria del paese; dal Palazzo dei Marchesi del Tufo, roccaforte di origine normanna, fino all’aranceto nell’hortus conclus della vecchia scuola. Mangiare è un rituale, legato a momenti importanti ma anche molto semplici, come si può vedere in tutte le mostre. L’allattamento dopo il parto nell’installazione di Mario Wezel, con l’uso di una particolare macchina fotografica termica; le anziane raccoglitrici di frutti di mare nella Corea del Sud, del fotoreporter belga Alain Schroeder. Mangiare e bere in abbondanza nei party notturni, in contrapposizione alle scarne razioni di guerra del francese Matthieu Nicol. L’ultimo pasto per i condannati a morte del fotografo neozelandese Henry Hargreaves, fino al progetto speciale dell’Ultima Cena per antonomasia, a cui hanno lavorato autori come Paolo Woods e Moira Ricci.
Le novità di YEAST Photo Festival 2023
Alcune novità importanti segnano l’edizione 2023: l’espansione oltre il borgo di Matino, con due mostre nella città di Lecce (in collaborazione con l’organizzazione ArtWork), e un’installazione site-specific di Lys Arango sulla malnutrizione nelle comunità indigene del Guatemala, ospitata presso la storica Masseria Le Stanzie, un tempo luogo di sosta per le carovane che trasportavano l’olio lampante verso i porti. Altra novità è la collaborazione con l’organizzazione Everything is Connected per cercare di mappare le azioni virtuose, responsabili e sostenibili, che i visitatori e i cittadini locali compiranno lungo tutto il periodo di durata del Festival. Tra gli ospiti di questa edizione lo chef e conduttore televisivo Alessandro Borghese, ma anche Andro, fondatore dei Negramaro. Evento speciale a chiusura del Festival sarà un concerto a sorpresa, in collaborazione con Locomotive Jazz Festival (11 Novembre). YEAST Photo Festival promuove una giusta riflessione sul rapporto nutrimento e identità, tradizione e impatto ambientale, attraverso mostre, dibattiti, letture di portfolio. Sostiene l’atto fotografico come punto d’incontro tra innovazione artistica e tradizione culinaria, tra ecosistema locale e paesaggio globale.
Claudia Zanfi