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Inarrestabile Pogacar, cade e vince la Strade Bianche.

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domenica, Marzo 9, 2025

La vittoria più sofferta, perchè l’unico in grado di ostacolare il campione di tutto, il nuovo despota del ciclismo è il campione stesso. Ovunque va vince senza lasciare agli avversari altro se non la polvere nel vento, dust in the Wind come cantavano i Kansas. Tadej lascia attaccare Pidcock, poi risponde, cade, si rialza dolorante e sanguinante lo raggiunge e poi lo lascia per strada a 18 km dalla fine, nulla di straordinario se si ricordano i 50 km di fuga nel 2022 e gli 81 dello scorso anno. Anche alla Strade Bianche due vittorie da proverbio chiamano una terza; lo aveva detto che quest’anno non avrebbe attaccato sul Monte Sante Marie, che non ci sarebbe stata un’altra martona solitaria. Quasi a voler vincere con il minimo sforzo, sa che gli obiettivi per uno come lui sono altri in questa fase primaverile della stagione, non servivano oggi dei fuochi d’artificio, si può anche vincere in maniera ordinaria. Non perde dal settimo posto del gran premio del Quebec lo scorso 13 settembre, in Canada, l’unico passaggio a vuoto insieme alla Sanremo della scorsa stagione. E proprio la Classicissima sarà il prossimo obiettivo di Tadej che in programma ha l’idea in testa di vincere tutte le gare World Tour, quindi anche la gara in Liguria, ma anche la Roubaix. Dovessero essere confermate le voci già da quest’anno attraverserà la foresta di Arenberg. Quando c’è lui gli altri corrono per il secondo posto, ma l’inferno del Nord è il luogo dove i pronostici possono saltare più facilmente; richiede una preparazione diversa, un lavoro intenso e soprattutto una pianificazione incentrata sulla Roubaix, insomma, sarà una gara nella quale si andrà oltre il talento. Certo quel che Pogi ha fatto vedere nelle ultimi edizioni di quella che può essere considerata la sesta classica monumento (dopo Sanremo, Liegi, Roubaix, Fiandre e Lombardia) ci dice che lo sloveno si trova bene anche tra la polvere e il fango.

Tadej Pogacar

Superato Cancellara: L’arcobaleno cade e risorge

Segnali positivi dagli altri. Tom Pidcock non uno qualsiasi, è il primo a tener testa ad uno dei suoi scatti da lontano. Non è un corridore che scopriamo ora e magari ha anche sognato per un momento di poter battere il nuovo campionissimo. Due medaglie d’oro olimpiche nella Mountain bike, vittorie non banali, ma forse pensare di poter prevalere in un testa a testa con nelle ultime salite o sull’ultimo strappo verso piazza del Campo con Pogacar è ancora qualcosa di utopistico. Gli aveva dato anche un aiuto, un vantaggio non sfruttato. A circa cinquanta km dalla conclusione Pogacar in una curva commette il primo errore da tanto tempo a questa parte, una rarità. Dà una dolorosa grattata a terra e come se non bastasse incassa anche un colpo sull’asfalto prima di rotolare nei rovi. Ne esce di corsa, sprezzante delle ferite e del sangue che si intravede tra le escoriazioni riportate, cambia bicicletta e da il via alla missione recupero, come aveva fatto dopo la foratura alla base del Santuario di Oropa al Giro d’Italia, e alla fine vince per distacco. Recuperato in 6 km, forse il britannico sapeva che non avrebbe avuto speranze in solitaria e quindi ha deciso di risparmiare le energie per lo sprint finale senza forzare i tempi per scavare un vantaggio che Pogi sarebbe comunque stato in grado di azzerare. Un tratto sfortunato quella della caduta, si era appena concluso il settore di Monteaperti dove alcune ore prima era caduta la fidanzata di Tadej Urska Zigart nella gara femminile. La rimonta di Pogacar è anche una rivincita per Urska. Ripreso Connor Swift in un battito di ciglia è tornato sotto a Pidcock a 44 km dalla conclusione e poi lo ha cotto a fuoco lento sferrando l’attacco decisivo a 18 km dalla conclusione al secondo passaggio sul Colle Pinzuto. E’ quasi una doppietta per la UAE Emirates che festeggia anche il terzo posto del belga Tim Wellens (torna sul podio dopo otto anni), lui che aveva aiutato lo sloveno nella prima fase di gara al fianco di Del Toro e poi si è riservato il diritto di prendersi la terza piazza surclassando Ben Healy, Pello Bilbao, Magnus Cort e Gianni Vermeersch.

Tadej pogacar

Aggiorniamo il libro dei record, è una consuetudine ormai al termine delle gare di Pogacar. Nessuno aveva mai vinto alla Strade Bianche indossando la maglia arcobaleno. Ci era andato vicino Julian Alaphilippe, secondo nel 2021 quando vinse Van Der Poel, ci riesce Tadej riscrivendo la storia di questa giovane semi monumento. E’ il primo a vincere per due anni consecutivi, è il più vincente a Siena insieme a Fabian Cancellara. Allo svizzero dopo il terzo successo nel 2016 gli venne intitolato un settore di sterrato, un privilegio che ora spetta anche al nuovo Merckx. Qui d’altronde vincono solo i campioni, non è una gara per chiunque e l’albo d’oro lo evidenzia, da Alaphilippe a van Aert e Van Der Poel passando anche per l’unico azzurro Moreno Moser. Una piccola Roubaix insomma. Quest’anno è aumentato lo sterrato, 81 km come quelli che Tadej aveva fatto in fuga lo scorso anno, una gara che Pogacar scelse per debuttare tra i professionisti nel 2020, che ha l’Italia nel cuore lo abbiamo già affermato durante lo scorso Giro d’Italia. Non è una gara che si vince per caso; come testimoniato dalla caduta di Tadej le insidie si susseguono una dopo l’altra, per vincere Pidcock nel 2023 si dovette inventare un’azione alla Pogacar. Spenti invece gli altri avversari più accreditati, Mohoric (ritirato), Hirschi (24esimo), Carapaz (78esimo) che non inizia bene il percorso di avvicinamento al giro, male anche gli italiani con Bettiol ritirato come Ulissi e Scaroni. Primo degli azzurri Formolo 14esimo con anche Vendrame 16eismo in top 20. La stagione del grande ciclismo è appena iniziata, ed è ricominciata dov’era finita, sotto al bandiera slovena di Tadej Pogacar. 92 vittorie in carriera, in questo 2025 alla terza Strade Bianche ha aggiunto anche il terzo UAE Tour (record), due competizioni giovani, ma di gran prestigio. Siamo solo a inizio marzo, si attendono i grandi duelli delle Classiche Monumento e le prime corse a tappe, ad iniziare già da questa settimana. Parigi-Nizza con Vingegaard e Tirreno-Adriatico con van der Poel e Ayuso fresco vincitore del Laigueglia. Italia in cerca di riscatto alla corsa dei due mari, Milan, Ganna e Tiberi, le migliori frecce al nostro arco azzurro anticiperanno la supersfida tra VDP e Tadej alla Sanremo del 22 marzo.

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