Da sempre attento al valore “politico” delle manifestazioni culturali, il festival Interplay anche quest’anno non abdica alla propria vocazione all’interrogazione proattiva della realtà contemporanea, come spiega bene la direttrice artistica, l’infaticabile e appassionata Natalia Casorati. “Quest’anno partiamo da una suggestione: può il festival essere uno strumento di indagine sociale e rappresentare la complessità del presente, le sue contraddizioni, forze e fragilità? Ci può parlare di disorientamento? Può essere un investimento culturale necessario? Noi crediamo di sì e lo dimostriamo attraverso un programma di impatto, che indaga il reale ed è attento al futuro, sostenendo la ricerca, i giovani artisti e proposte di spettacoli da tutto il mondo”, ha dichiarato. Un’azione culturale duplice, dunque, quella che si propone il festival: da una parte, l’impegno prettamente artistico tanto nel sostenere la ricerca dei giovani coreografi e performer quanto nel mantenere viva la progettualità anche degli artisti già affermati, supportando in particolar modo le attività in rete (Interplay è partner di Crossing the Sea, Red Acieloaberto, Étape Dance e Network Anticorpi XL); dall’altra, l’accurata selezione di spettacoli e/o performance incentrati su tematiche non velleitariamente autocentrate ovvero, soprattutto per quanto concerne gli internazionali, quelli proposti da compagnie spesso escluse dai circuiti più popolari.
GLI ARTISTI DI INTERPLAY 2023
Coreografi oramai affermati come Enzo Cosimi, Fabrizio Favale, Alessandro Sciarroni e Abbondanza-Bertoni abitano il cartellone della rassegna torinese insieme a talenti già ampiamente riconosciuti – Daniele Ninarello, Carlo Massari, Stefania Tansini – e a giovani emergenti, come Fabritia D’Intino, Laura Gazzani, Emanuele Rosa e Maria Focaraccio, i collettivi Michele Ifigenia Tyche e Funa. Un ricco panorama della scena coreografica nostrana rispetto al quale è possibile leggere la ricerca di coreografi provenienti da Europa e da altri continenti, così da valutare elementi di contatto ma anche punti di vista e vocabolari divergenti: il belga Cassiel Gaube e il tedesco Moritz Ostruschnjak, la compagnia olandese di Tu Hoang e Hiro Murata e il tunisino residente a Montpellier Hamdi Dridi , l’israeliana Or Marin e le quattro realtà spagnole Colectivo Glovo, Ertza, Carla Cervantes Caro & Sandra Egido Ibanez e Lasala, protagoniste di altrettante creazioni di danza urbana. Declinazione particolare della danza contemporanea cui il festival da sempre dedica molto spazio, affiancando alla programmazione in teatro quella all’aperto, in piazze e altri spazi cittadini, in centro e sovente in periferia, al fine sia di intercettare nuovo pubblico sia di far conoscere agli spettatori abituali e ai professionisti luoghi avvertiti come “difficili” e poco ospitali.
Laura Bevione