Partiamo dalle finalità della vostra Fondazione. Quando è stata creata la Fondazione Don Luigi Di Liegro e che personalità giuridica ha?
La Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro, fondata nel 21 giugno 1999, riconosciuta Ente morale dal Ministero dell’Interno nel 2000, è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS) che si propone di mantenere vivi la memoria e il pensiero di Don Luigi, attraverso lo svolgimento di attività sociali tese a promuovere e a tutelare il rispetto della dignità della persona umana e il valore della solidarietà. Dal 2005 è membro effettivo del Comitato italiano per la promozione e la protezione dei diritti umani.
La Fondazione Di Liegro detiene l’Archivio completo del materiale raccolto da Don Luigi nell’arco della sua vita che va dal 1940 al 1997. Per la ricchezza dei documenti, l’Archivio è stato riconosciuto dalla Soprintendenza Archivistica per il Lazio “di notevole interesse storico per l’importanza che riveste per la storia sociale e culturale del ‘900”, e come tale sottoposto alla disciplina legislativa corrispondente. Il materiale è stato organizzato e classificato informaticamente per salvaguardarlo e memorizzarlo, al fine di renderlo fruibile al lavoro di studio e ricerca già in atto da parte della Fondazione e del pubblico.
Quali sono gli ambiti di intervento e le attività della Fondazione?
La Fondazione Di Liegro opera nel campo della salute mentale collaborando con istituzioni pubbliche e private nella realizzazione di progetti, attività e ricerche finalizzate alla promozione del benessere psicosociale, la prevenzione del disagio psichico e la diffusione della cultura e della conoscenza della salute mentale.
Le attività proposte intendono realizzare e sviluppare una rete di supporto per le persone con disagio psichico e i loro familiari, allo scopo di favorirne l’inserimento sociale, permetterne l’attuazione di un percorso di recovery e diffondere una maggiore conoscenza e consapevolezza circa le modalità di affrontare il disagio psichico.
Questi interventi si svolgono in collaborazione con i Dipartimenti di Salute Mentale di Roma e con altri enti socio-sanitari, e sono diventati nel tempo un punto di riferimento nei percorsi socio riabilitativi di molte persone che vivono l’esperienza del disagio psichico.
Questo impegno nella salute mentale si è focalizzato in particolare sul disagio giovanile e negli ultimi due anni sulla pandemia Covid 19 e sul concetto di comunità, organizzando corsi di formazione tematici, progetti di alfabetizzazione emotiva, percorsi di peer education nelle scuole e attività di ricerca. Le azioni intraprese hanno l’obiettivo di rafforzare, attraverso interventi diretti e indiretti, i fattori protettivi così da prevenire lo sviluppo di problemi di salute mentale.
In particolare ci può parlare delle attività di formazione sia per i volontari, sia per i familiari delle persone che si rivolgono a voi , avete un progetto prevalente a carattere periodico oltre a quelli più legati all’attualità?
In effetti abbiamo un Progetto di formazione che rappresenta ormai un appuntamento fisso della Fondazione che si chiama “Volontari e Famiglie In Rete per la Salute Mentale” un corso di formazione sulla salute mentale, oggi alla sua XV edizione.
Si tratta di un Corso in linea con i temi suggeriti dai fenomeni attuali, dalle evidenze scientifiche sui disturbi e il loro contrasto così come dai rilievi epidemiologici. Si tratta di un impegno che mira altresì a sollecitare l’attenzione e la cultura specifica del settore di intervento e nell’alimentare costantemente nuove forze volontarie motivate e idonee a operare nei servizi della Fondazione. Il percorso annuale di formazione, informazione e sensibilizzazione organizzato dalla Fondazione si rivolge a volontari, familiari, operatori, studenti e cittadini che intendono acquisire una visione più consapevole sul tema della salute mentale. La prima fase del progetto di tipo seminariale rappresenta un’introduzione alla salute mentale, con particolare attenzione alla psicologia della salute. Il corso è tenuto da psichiatri, docenti universitari, responsabili dei Dipartimenti di Salute Mentale delle ASL di Roma, rappresentanti di associazioni di familiari. Dalla sua prima edizione nel 2006, sono circa mille le persone che hanno preso parte al corso dal titolo omonimo “Volontari e famiglie in rete per la salute mentale”. Oggi la Fondazione svolge attività di supporto e sostegno a circa 500 utenti e familiari con il supporto di oltre 60 volontari.
A proposito di volontari ci teniamo a ricordare che c’è tempo fino al 26 gennaio per presentare domanda al bando di Servizio Civile Universale 2021-2022 presso la Fondazione Di Liegro, come gentilmente la testata Informazione Quotidiana ha comunicato nei giorni scorsi.
Con quali altre modalità di intervento si esprime la missione della vostra Fondazione?
Fin dall’inizio delle nostre attività abbiamo promosso gruppi di auto-aiuto, che sono nati con l’intento di offrire un sostegno ai familiari, per rompere la loro solitudine e creare una rete di rapporti solidali e di supporto questi gruppi sono gestiti dai familiari che sono anche i diretti conduttori degli incontri. La modalità del gruppo è quella della condivisione, del confronto, del riconoscimento negli altri, affinché si possano di nuovo riscoprire le risorse personali, spesso nascoste o schiacciate dalla malattia mentale.
I gruppi sono a cadenza quindicinale e una volta al mese è programmata una supervisione mensile da parte di professionisti (psichiatri, psicologi) con la funzione di facilitare la comunicazione all’interno del gruppo, ridefinire contenuti emersi nell’incontro e approfondire temi specifici direttamente richiesti dai familiari.
Oltre ai gruppi di auto aiuto avete altre attività rivolte verso i vostri utenti per la socializzazione e per l’inclusione sociale?
La Fondazione Di Liegro organizza dei laboratori di socializzazione e arte-terapia – come teatro, musica, fotografia, pittura – per la valorizzazione delle potenzialità espressive-occupazionali dei partecipanti, persone con disagio psichico che effettuano un percorso terapeutico riabilitativo presso i servizi dei Dipartimenti di Salute Mentale delle ASL di Roma e provincia. Al fine di creare un contesto di inclusione sociale e di promuovere la partecipazione della cittadinanza sui temi della salute mentale, i laboratori organizzati sono di tipo integrato e prevedono la presenza di professionisti, “artigiani” e volontari formati attraverso il corso di formazione, che affiancano gli utenti con una funzione di sostegno e supporto nello svolgimento delle attività. L’obiettivo dei laboratori è quello di valorizzare le risorse e le potenzialità dei partecipanti, promuoverne un aumento del livello di partecipazione e di inclusione sociale, consentire loro l’utilizzo di canali espressivi diversi per veicolare le proprie emozioni e l’acquisizione di competenze specialistiche in vari campi.
In conclusione avete altri progetti, anche in collaborazione con altri Enti del Terzo Settore, in particolare nel mondo della scuola?
Sì e siamo molto lieti di pubblicizzare fra le nuove iniziative, nate anche in risposta al disagio derivante dall’emergenza sanitaria in corso, che la Fondazione di Liegro intende implementare su Roma, vi è il progetto “Restart From Us_Season 2”, in collaborazione con la Fondazione Mission Bambini, Onlus di Milano. Il progetto, già finanziato e senza oneri per le scuole, si svolgerà in alcune Scuole Primarie di Secondo grado.
L’obiettivo generale del progetto è quello di promuovere la salute e il benessere mentale su un target di pre-adolescenti tra gli 11 e i 13 anni, i loro docenti e le loro famiglie, mantenendo una particolare attenzione sull’impatto psico-sociale, emotivo e relazionale della pandemia COVID-19.
La pandemia Covid-19, come è noto, ha generato cambiamenti sociali di portata straordinaria. Tra i molteplici rischi legati all’emergenza sanitaria, uno degli allarmi lanciati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è relativo alla pandemic fatigue, ovvero una sensazione di stanchezza e sfinimento dovuta a uno stato di crisi prolungato, di cui non si vede la fine. Bambini e adolescenti risultano essere tra le categorie più esposte alle conseguenze indirette di tipo psicologico e psicosociale della pandemia. Nel 65% dei minori sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione. I disturbi più frequenti sono stati l’incremento dell’irritabilità, disturbi del sonno e d’ansia, oltre che un’aumentata instabilità emotiva, con cambiamenti del tono dell’umore. Gli studi effettuati fino all’inizio del 2021 hanno evidenziato che la pandemia impatta sulla salute dei ragazzi attraverso differenti fattori: il distanziamento sociale, la mancanza di routine, l’ansia e l’incertezza legata alla malattia, la paura dei genitori e le difficoltà generate dalla didattica a distanza. Sicuramente anche l’apprendimento dei ragazzi, a scuola e a casa, ha risentito e risente di questa situazione.
Per questo riteniamo fondamentale contribuire a promuovere, anche con iniziative come quella descritta, la salute ed il benessere mentale dei ragazzi, che va ad impattare su quello delle famiglie nell’affrontare la quotidianità e quindi sull’insieme della società di oggi e di domani.