Oggi la nostra testata ospita con piacere l’interessante intervista al Dottor Claudio Lozzi, il Presidente dell’Associazione nazionale Altermeridia Onlus (www.altermeridia.it) , sempre in prima linea con grandi sensibilità e spirito di servizio nei confronti delle famiglie in situazioni di criticità socio-economica.
1) Dottor Lozzi, iniziamo con una panoramica sull’Associazione nazionale, da Lei presieduta, Altermeridia Onlus – Rete caritatevole convenzionata con Banco Alimentare Lazio e Organismo partner territoriale Banco Alimentare Roma, da vari anni attiva e presente a sostegno delle realtà e delle famiglie più fragili.
La nostra Associazione, che da oltre un ventennio si occupa delle difficoltà non solo alimentari, supportando le famiglie meno abbienti grazie a numerosi accordi e in primis come Banco alimentare attraverso la donazione di generi alimentari, ma anche sanitarie e sociali dei nostri concittadini, si è trovata in piena fase pandemica a toccare con mano la situazione di estrema indigenza e di scarsezza di risorse in molte zone di Roma e attualmente il trend non è, purtroppo, cambiato visto l’aumento vertiginoso delle richieste di aiuto soprattutto là dove vi era una micro economia autoctona che ora rischia di sgretolarsi, vedasi l’esempio del quadrante di Roma est. Il target che si rivolge a noi non è composto soltanto da senzatetto ma oramai anche da persone del cosiddetto ceto medio, che si è impoverito e che almeno in parte è divenuto medio-basso, spesso un mutuo ed una persona sola che lavora in famiglia di per sé già determinano una condizione di non dico indigenza ma di sicura difficoltà. Siamo stati pertanto sempre in campo durante la pandemia andando a sostenere anche quei nuclei familiari che, appunto, perdevano il lavoro o vedevano le loro attività decimate, e qui non solo i richiedenti aiuto con gli Isee ordinari che ricordo essere per avere diritto al nostro aiuto di euro 6000 e di 7650 in caso di anziani che superano i 66 anni di età ma anche tutti coloro che risultavano sforniti di Isee perché fino a due mesi prima avevano un’attività che permetteva loro di sostenere senza problemi la propria famiglia.
2) Volontariato ieri, oggi e domani: a Suo avviso quali sono stati, sono e in prospettiva saranno i cambi di paradigma in un settore in cui si fa sempre più stringente la necessità di solidarietà “costruttiva” affinché realmente nessuno sia lasciato solo o indietro?
Rispetto al passato anche recente il volontariato e nel caso specifico quello italiano si trova e si troverà con una forte accelerazione ad affrontare senza dubbio un importante cambio di paradigma, in quanto il modello classico è oramai in calo in una società come la nostra definibile “delle opzioni multiple” in cui con la crescente individualizzazione gli impegni regolari vengono spesso e volentieri sostituiti dall’impegno a breve termine e per progetti specifici e mirati. Molte persone, di ogni fascia di età e di ogni estrazione, più che in termini di obblighi preferiscono, dunque, ragionare per opportunità creative quando decidono di impiegare il proprio tempo in attività di volontariato di qualsiasi tipologia. In questo senso Altermeridia Onlus è stata da sempre molto attenta alla creazione e alla valorizzazione di figure di volontari che non si limitino ad essere meri esecutori dei compiti loro assegnati e prestatori di lavoro gratuito, ma che siano, al contrario, fortemente partecipativi nei processi anche decisionali. Questo è a mio avviso il futuro del volontariato, che può essere, tra l’altro, adeguatamente coadiuvato da un uso intelligente della digitalizzazione, che può semplificare il confronto tra le persone con interessi ed obbiettivi comuni e condivisi. Inoltre sarebbe auspicabile nonché fondamentale che i progetti possano svilupparsi in pieno spirito partecipativo, senza gerarchie rigide e limitanti, in modo che individualismo e senso della collettività non siano più in antitesi ma alleati nel costruire quella tanto agognata coesione sociale che in ultima analisi può e deve far sì che nessuno resti escluso ma abbia in questo circuito virtuoso il suo basilare punto di riferimento e di ausilio.
3) Come Don Luigi Di Liegro amava dire con ferma convinzione: “Non si può amare a distanza, restando fuori dalla mischia, senza sporcarsi le mani, ma soprattutto non si può amare senza condividere”. Una Sua opinione al riguardo, soprattutto contestualizzata nei tempi difficili che stiamo vivendo da un biennio contraddistinto dall’emergenza sanitaria da Covid-19.
Noi di Altermeridia sin dalla nostra nascita non abbiamo mai avuto timore a “sporcarci le mani” ma senza risparmiarci e in un continuo dono di noi stessi abbiamo fatto della condivisione amorevole la nostra missione di vita. Condivisione intesa a 360°: di mezzi, di sentimenti, di speranza. Ci consideriamo in un certo senso portatori sani di un’accoglienza del cuore e dell’anima, che passa in primo luogo attraverso l’atteggiamento pragmatico di chi mira al sodo e alla concretezza. Come già spiegato in una precedente domanda, non ci siamo fatti trovare di certo impreparati alla dura prova dell’ultimo biennio e ora più che mai insieme a tutto il Banco Alimentare costituiamo per tante persone disagiate un faro e una certezza. Il nostro imperativo categorico rimane, quindi, il fare rete in un crescendo di attive e fattive unione e costruzione.