Intesa Sanpaolo è stata ‘promossa’ agli stress test dell’Eba, così come Unicredit, Banco Bpm e Mediobanca, mentre il Monte dei Paschi è risultata la peggiore tra le 50 banche europee esaminate nell’esercizio dell’autorità. In particolare Intesa Sanpaolo, nello scenario avverso, vedrebbe il proprio Cet1 scendere al 10,06% a fine 2021, al 9,66% a fine 2022 e al 9,38% a fine 2023. Mediobanca sarebbe, fra gli istituti italiani, quella a mantenere il coefficiente più alto anche in caso di shock economici: a regime, al 2023, sarebbe pari al 9,73% nello scenario avverso. Sempre nella stessa situazione quello di Unicredit si attesterebbe al 9,22%. Peggiore il risultato di Banco Bpm: il Cet1 dell’istituto scenderebbe dal 13,23% di fine 2020 al 7,01% di fine 2023. Per Mps al 2023 il Cet1 sarebbe addirittura negativo, a -0,1%.
Nel complesso, l‘impatto di uno scenario “molto avverso” porterebbe le 50 maggiori banche europee a bruciare 265 miliardi di capitale in un triennio. Anche in questo caso, tuttavia, segnala l’Eba, gli istituti manterrebbero un Cet1 superiore al 10%. Lo stress test di quest’anno è caratterizzato da uno scenario avverso che presuppone uno scenario di Covid-19 prolungato in un contesto di tassi di interesse “più bassi per più a lungo”, ricorda l’Eba.