di Gianluca Colasanti
IQ. 31/07/2014 – Israeliani e Palestinesi. Due popoli come molti altri che si combattono a vicenda da ormai tanto, troppo tempo. L’inizio ufficiale delle tensioni, infatti, è datato 1948, quando venne dichiarato costituito lo Stato d’Israele, un fatto mai effettivamente digerito dalla popolazione palestinese, che non riuscì a metabolizzare quello che venne considerato un atto di pura forza.
Da quel momento, infatti, la ormai famosissima Striscia di Gaza diviene un vero e proprio campo di battaglia, continuando ad esserlo anche a distanza di 66 anni in barba alle disposizioni dell’ONU, che aveva riconosciuto la Striscia come parte dello Stato di Palestina nel 2012.
Nelle ultime settimane il conflitto sembra essersi riacceso, con una offensiva di intensità incredibile condotta dal Governo di Tel Aviv nei confronti di Hamas. Da 24 giorni, infatti, i territori della Striscia di Gaza sono ripetutamente colpiti da raid missilistici israeliani, attacchi che hanno prodotto fino ad ora circa 1400 morti e più di 7000 feriti. Sono numeri che fanno paura ma che purtroppo rappresentano solo un bilancio provvisorio vista la volontà da parte di Israele di continuare a colpire i territori della Striscia.
Contro la scriteriata offensiva israeliana si è schierato, nelle ultime ore, anche l’ONU, dopo l’attacco subito da una scuola delle Nazioni Unite situata a Gaza. In questo attentato sono morte 23 persone e questo fatto ha scatenato la protesta dell’ONU, esternata dal proprio Segretario Generale Ban Ki-moon, il quale ha dichiarato in maniera inequivocabile: “Nulla è più vergognoso che attaccare dei bambini mentre dormono . Tutte le prove a disposizione indicano che ad attaccare è stata l’artiglieria israeliana. La localizzazione della scuola era stata segnalata 17 volte all’esercito israeliano, l’ultima poche ore prima che partisse il bombardamento”.
Nonostante questo ennesimo, scellerato atto l’artiglieria israeliana non sembra avere nessuna intenzione di mollare la presa su Hamas e, di conseguenza, sulla inerme popolazione palestinese. A foraggiare le riserve belliche di Tel Aviv, dopotutto, sono gli stessi USA che hanno prontamente condannato l’azione contro la scuola ONU.
Dalle Nazioni Unite, infatti, tuonano accuse pesanti nei confronti del paese governato da Barak Obama, reo di continuare a fornire artiglieria pesante ad Israele oltre ad aver stanziato circa un miliardo di dollari per creare una copertura protettiva per i civili israeliani senza pensare a quelli palestinesi. Una faccenda davvero complicata, che se fosse confermata darebbe al mondo intero la certezza di quanto questo ormai quasi secolare conflitto sia ulteriormente infiammato da chi, invece, dovrebbe mediare per scongiurare la morte di altre migliaia di uomini, donne e bambini totalmente innocenti.