La Juve, di questi tempi, ama regalare qualche emozione supplementare ai propri tifosi, quasi a voler ricordare loro che vincere non è scontato e continuare a farlo è un’impresa straordinaria. Così contro il Bologna i bianconeri vanno sotto di un gol e chiudono un primo tempo poco brillante in svantaggio, facendo correre qualche brivido lungo la schiena al pubblico dello Stadium. Quando però si ha un fenomeno come Douglas Costa in squadra, ce lo si può permettere: il brasiliano entra nella ripresa e spacca in due la gara, facendo ammattire la difesa ospite e piazzando gli assist decisivi per Khedira e Dybala che, dopo il pareggio raggiunto grazie all’autorete di De Maio, chiudono i conti e danno una spinta fondamentale alla squadra verso il settimo scudetto consecutivo.
Cuadrado terzino con licenza di offendere, Alex Sandro alto a sinistra e Marchisio a dettare i tempi di gioco, con Dybala e Higuain in avanti. Queste le scelte di Allegri, che non vengono premiate già in avvio di partita solo per poco, perché dopo la pennellata di quaranta metri del Principino per Higuain, Mirante riesce a chiudere lo specchio della porta, respingendo il diagonale dell’argentino ed è pronto anche a deviare la girata di testa di Alex Sandro, che stacca con ottima scelta di tempo sul calcio piazzato di Dybala. La partita non è particolarmente accesa, la Juve ne controlla il ritmo senza spingere con troppa foga, ma così facendo finisce per rilassarsi troppo e commettere un errore fatale, quando Buffon sbaglia un appoggio finendo per servire in area Crisetig, atterrato in area da Rugani. Il signor Irrati indica il dischetto, rimane sulla sua decisione anche dopo il controllo al VAR, e Verdi trasforma. La reazione bianconera non è rabbiosa come ci si aspetterebbe e non produce altro che un colpo di testa centrale di Higuain. Serve ben altro per raddrizzare la partita. Serve la Juve.
Pe ritrovarla, Allegri inizia la ripresa con Douglas Costa al posto di Matuidi e il primo pallone toccato dal brasiliano è un cross tagliente per Cuadrado, che non arriva per un soffio alla deviazione vincente. È decisivo invece il traversone del colombiano al 6′, perché De Maio, per anticipare Khedira, svirgola malamente e infila nella propria porta.
Lo Stadium esplode e ora la Juve ci mette l’anima. Douglas Costa è assatanato, salta due uomini e piazza un altro diagonale per Cuadrado, ancora in ritardo per pochissimo, poi Higuain intercetta un retropassaggio sbagliato, ma si allunga troppo il pallone e permette a Mirante di bloccare in uscita bassa. Troppa foga però rischia di diventare controproducente, se si lascia che il pallone attraversi tutta la propria area e raggiunga Krafth, solo a due passi da Buffon: il recupero di Asamoah, che riesce a deviare la conclusione e a mandarla sul palo è salvifico. Tirato il sospiro di sollievo si riparte a testa bassa e inizia, anzi, continua, il Douglas Costa show: in cinque minuti il brasiliano piazza l’ennesimo traversone millimetrico che scavalca Mirante e trova Khedira e il suo destro al volo decisivo, poi entra in area dalla sinistra e tocca basso per l’inserimento di Dybala, che incrocia il sinistro e infila nell’angolo opposto. È un uno-due micidiale, che il Bologna dimostra però di non accusare, continuando a giocare con personalità e cercando di riaprire la gara con il rasoterra di Destro, in campo al posto di Verdi, bloccato da Buffon. La Juve ora però può permettersi di rallentare il ritmo e giocare con il cronometro, anche se Douglas Costa trova ancora il tempo di sfiorare il gol con una deliziosa rabona. Ora servono altre due vittorie: una per chiudere il campionato, un’altra per portare a casa la quarta Coppa Italia consecutiva, nella finale di mercoledì prossimo a Roma. E per ottenerle c’è un solo modo: mettere in campo con la rabbia e la fame del secondo tempo di questa sera.