Le navi che chiedono aiuto nella zona di mare di fronte alla Libia, e quindi fuori dall’area di ricerca e soccorso italiana, dovranno rivolgersi e coordinarsi col Centro di Tripoli e coi guardacoste libici che sono le autorità competenti.
Questo, in sintesi, il testo dell’informativa urgente inviata ieri mattina dalla Guardia costiera italiana ai comandanti delle imbarcazioni che incrociano in quell’area, che notoriamente è quella più battuta da gommoni e barconi di migranti che si mettono in viaggio verso il nostro paese, nonché dalle Ong che li soccorrono. Tradotto in quattro parole: non ci chiamate più.
È la svolta dettata dall’Italia, che si richiama alla convenzione Solas – quella firmata nel 1914 da 162 nazioni dopo il disastro del Titanic – e che cerca di superare la Convenzione di Amburgo (1979) secondo cui invece qualsiasi autorità marittima è obbligata a intervenire nella gestione di un soccorso dovunque esso sia. Lo ha ribadito in serata a Sky il ministro della Difesa Elisabetta Trenta