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La Net-Neutrality e l’internet overlay: dai servizi cloud al Metaverso.

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giovedì, Novembre 21, 2024

Spiegare il funzionamento della rete pubblica Internet non è semplice. Conoscere il funzionamento delle comunicazioni di rete dei sistemi informatici e dei servizi web impone capire il funzionamento dei sistemi di comunicazione IP (internet protocol). Ma andiamo con ordine: anche ai giorni moderni, usiamo delle tecnologie e framework operativi, nati tra l’inizio degli anni 80, ossia l’Internet Protocol (IP rfc 791 1981) e il Board Gateway Protocol (BGP, rfc 1105 1989). Anche attraverso le loro varie evoluzioni utilizziamo concetti di comunicazioni creati negli anni 80. Questi meccanismi sono utilizzati ai giorni nostri sia su tecnologie ad alta velocità (ad esempio le fibre ottiche) sia attraverso il 5G.

Ogni Internet Service Provider (ISP), come Telecom, Vodafone, Fastweb o Wind, vende abbonamento di connettività internet, attraverso tecnologia ADSL, Fibra o Mobile, il mezzo è indifferente, ognuno di questi abbonamenti userà il protocollo IP per comunicare. Ogni utente, una volta connesso alla rete del Provider, riceverà un indirizzo IP, che è di proprietà del provider. Ogni Provider ha a disposizione un numero di indirizzi IP che assegna ai suoi clienti, i clienti possono essere sia privati che grandi organizzazioni. Per gestire gli indirizzi IP si usa un aggregatore chiamato AS (Autonomous System), ciò indica che ogni provider detiene un gruppo di indirizzi IP, questo gruppo viene denominato AS. È importante comprendere che ogni ISP può avere uno o più Autonomous System number.

Cosa succede se un utente A vuole visualizzare il sito della CCN? (www.ccn.com) . Mettiamo che il nostro Utente sia un cliente del provider Telecom, il provider fornisce al nostro utente un indirizzo IP. Per il funzionamento del protocollo BGP l’utente chiede di accedere all’indirizzo IP del sito della CNN. L’indirizzo IP Sorgente dell’utente è di proprietà del provider Telecom. Quindi, per navigare verso la destinazione CNN, il provider Telecom chiederà ad altri provider chi gestisce gli indirizzi IP (o AS number) che afferiscono al target CNN. Altri Service Provider indirizzeranno la connessione fino a raggiungere il sito Target. Ciò significa che la navigazione su internet viene gestita dagli Internet Service Provider

Questo significa che i differenti Internet Provider sono in grado di gestire, modificare e influenzare le politiche di navigazione Web. Possono per tanto influenzare in maniera significativa l’esperienza d’uso dei servizi Internet.

Al fine di garantire un servizio “neutrale” per le reti domestiche, quindi per i contratti di connettività residenziale, nel 2003 è stato coniato il termine Net-Neutrality in ambito delle molte Leggi Europee promanate in quel periodo. Oltre che una navigazione libera, il termine Net-Neutrality afferisce anche i servizi offerti dagli ISP. Dagli anni 2000, con l’avanzamento tecnologico, attraverso la rete Internet è possibile avere servizi come Telefonia e TV, basti pensare ai moderni servizi dove, con un unico contratto di servizio, è possibile avere accesso ad Internet, Voce e TV. Questo può portare che un ISP possa bloccare un servizio di Streaming di contenuti televisivi di un concorrente. Per Net-Neutaliry si intende anche che un Provider non deve in alcun modo “censurare” e aggiungere costi sui servizi che un suo utente può fruire. Tim Berners-Lee, uno degli inventori del WorldWideWeb e direttore del WorldWideWeb Consortium descrive il termine Net-Neutrality in questo modo:

Vent’anni fa, gli inventori di Internet progettarono un’architettura semplice e generale. Qualunque computer poteva mandare pacchetti di dati a qualunque altro computer. La rete non guardava all’interno dei pacchetti. È stata la purezza di quel progetto, e la rigorosa indipendenza dai legislatori, che ha permesso ad Internet di crescere ed essere utile. Quel progetto ha permesso all’hardware e alle tecnologie di trasmissione a supporto di Internet di evolvere fino a renderlo migliaia di volte più veloce, nel contempo permettendo l’uso delle stesse applicazioni di allora. Ha permesso alle applicazioni internet di venire introdotte e di evolvere indipendentemente.

Quando ho progettato il Web non ho avuto bisogno di chiedere il permesso a nessuno. Le nuove applicazioni arrivavano sul mercato già esistente di Internet senza modificarlo. Allora provai a rendere la tecnologia del web una piattaforma al contempo universale e neutrale, e ancora oggi moltissime persone lavorano duramente con questo scopo. Il web non deve assolutamente discriminare sulla base di hardware particolare, software, rete sottostante, lingua, cultura, handicap o tipologia di dati.

Chiunque può scrivere un’applicazione per il Web, senza chiedere a me, o a Vint Cerf, o al proprio ISP, o alla compagnia telefonica, o al produttore del sistema operativo, o al governo, o al fornitore dell’hardware.

La neutralità della rete è questo:

se io pago per connettermi alla rete con una certa qualità di servizio, e tu paghi per connetterti con la stessa (o una migliore) qualità di servizio, allora possiamo iniziare una comunicazione con quel livello di qualità.

Questo è tutto. I fornitori di accesso ad internet (ISP) hanno il compito di interagire tra loro affinché questo avvenga.

La neutralità della rete NON è chiedere l’accesso ad internet gratuito.

La neutralità della rete NON è affermare che qualcuno non dovrebbe dover pagare di più per una maggiore qualità di servizio. È sempre stato così, e sempre lo sarà”.

Il concetto essenziale è che il provider non deve influenzare l’esperienza di servizio degli utenti.

Internet OverLay

In questo attuale panorama di servizi si può ancora parlare di Net-Neutrality? Analizziamo oggi chi fornisce veramente i maggiori servizi Internet: Google, Amazon, Microsoft, Facebook, Akamai e altri. Cosa significa? Per navigare su internet di solito si usa un motore di ricerca per trovare il contenuto dei siti che desideriamo e negli anni Google si è presa il podio del miglior e maggior usato motore di ricerca. Inoltre, Google fornisce servizi di posta elettronica gratuita tramite Gmail e intrattenimento con YouTube, per non parlare dei servizi di Gaming Online come Google Stadia. Ciò significa che Google gestisce ed offre un enorme quantità di servizi con i quali cercare informazioni o intrattenimento. Senza contare che Google, Amazon tramite Amazon Web Services e Microsoft tramite Azure forniscono servizi di Infrastructure As a Service (Iaas) e Software as a Service (SaaS). Ciò significa che queste aziende mettono a disposizione la loro enorme capacità di calcolo per aziende e privati. Un’azienda che ha bisogno di un centro di elaborazione dati e di un’architettura di servizi IT come posta elettronica, database, portali web etc, non ha più necessità di comprare o affittare hardware e relativi specialisti, ma può affidarsi ai servizi di IaaS dei player citati. Ciò significa che un’azienda, anche di grandi dimensioni, può costruire i suoi servizi utilizzando le infrastrutture ad alta capacità di calcolo di queste aziende. Inoltre, tramite i servizi SaaS, anche piccole aziende possono esporre i propri servizi tramite piattaforme di E-Commerce messe a disposizione sempre da questi player.

Questo ci porta a riflettere che queste grandi aziende, anche se non sono strettamente degli Internet Service Provider, gestiscono e distribuiscono e garantiscono l’accesso dei servizi di molte aziende su internet. De facto queste aziende forniscono il sistema di accesso ad Internet per molti dei servizi a cui accediamo quotidianamente. Queste aziende oggi vengono definite, per questi servizi, come Cloud Provider. Ogni servizio offerto ovviamente comporta una sottoscrizione di un contratto tra le parti dove sono evidenti le responsabilità degli attori in gioco, così come i livelli di servizio e qualità.

Questi Cloud Provider sono in grado appunto di creare quello che può essere definito come Internet Overlay, ossia uno strato di servizi pubblici “sopra” i servizi Internet dei service provider.

Oltre ai servizi citati dobbiamo menzionare anche altri Service Provider come Netflix, Sony Playstation, Amazon Prime Video, Hbo Max, Disney+, oltre tutte quelle aziende televisive che hanno spostato il sistema di trasmissione dal satellite, o cavo, attraverso invece delle piattaforme di Streaming Internet.

Anche in questo caso questi servizi di intrattenimento non sono direttamente offerti dagli ISP ma fruiti tramite una rete d’accesso. In tal senso la rete d’accesso non ha più importanza se non in termini di velocità, accessibilità e latenza. Gli ISP sono diventati per tanto un servizio sì di prima necessità, ma scontato nell’accezione della disponibilità. Per questo i Provider si stanno concentrando più sulle tecnologie di trasmissione, come il 5G rispetto a proporre contenuti propri, in quanto altri player stanno attaccando diverse fette di mercato per la fruizione dei servizi.

Oltre questi Player dobbiamo includere anche i servizi di Social Media come Facebook e la sua costellazione Meta (instagram, whatsapp etc), Twitter più tutte le piattaforme di messaggistica come Telegram, Signal, Whatsapp etc.

Traendo quindi le conclusioni possiamo vedere come i servizi internet abbiano cambiato punto di orientamento. Se all’inizio degli anni 2000 l’accesso e la disponibilità alla rete era la cosa più importante, oggi sono più importanti i contenuti. E pochi player riescono a gestire la quasi totalità dei contenuti disponibili online.

Il Metaverso

Anni fa fece la sua comparsa la piattaforma SecondLife, questa piattaforma permetteva di costruire un mondo virtuale e interagire con gli altri utenti, cercando di creare un’esperienza di socialità tramite Avatar. Tale concetto era alla base anche di molti videogiochi di tipo Massively Multiplayer Online Role Play Game (MMORPG) dove nella meccanica dell’esperienza dell’Utente non vi era solo il gioco fine a se stesso ma anche la gestione di un certo tipo di microtransazioni per la customizzazione del proprio personaggio. C’è da dire che in quel periodo le tecnologie sia di elaborazioni dati che di trasmissione e velocità delle connessioni, non permettevano di avere un’esperienza soddisfacente.

Nel corso degli ultimi 2 anni, società come Facebook, che ha creato il brand Meta dove confluiscono tutti i suoi servizi, Microsoft, Sony e la stessa Google, stanno investendo notevoli fondi per creare il Metaverso.

Senza andare a rivangare cari e vecchi libri di fantascienza e cyberpunk degli anni 80, per Metaverso si intende uno spazio virtuale, sociale, dove società e utenti possono scambiarsi beni e servizi sia virtuali che fisici, utilizzando degli avatar univoci e moneta virtuale, o crediti.

L’obbiettivo di queste Corporazioni è spostare l’esperienza di acquisto, fruizione e godibilità di servizi direttamente nel Metaverso, rendendo di fatto, necessario un’entità virtuale o un account social univoco che va ad indirizzare la persona fisica.

E la Neutralità della Rete?

Nel momento in cui si sposta l’attenzione su come si fruiscono i servizi cambia anche il senso della Net Neutrality. Se prima era il provider che si impegnava nel fornire la massima stabilità della connessione e la libertà di fruire di qualsiasi servizio, oggi sono i produttori di servizi che possono influenzare il comportamento degli utenti e della rete stessa. Sia socialmente che economicamente. L’attenzione adesso non è su come accedo alla rete, ma come i servizi possono cambiare la mia esperienza d’uso. Ricordando inoltre che si discute di Aziende Private che devono vendere servizi e prodotti per ricavarne un utile. Ha dunque ancora senso parlare di Neutralità della Rete? E’ vero che sia le Aziende che vari governi si stanno interrogando sul codice di condotta e su come si dovrebbero gestire questi servizi nella più totale trasparenza e neutralità, ma nasce il dilemma: se un utente accetta un contratto di servizio con un’azienda che si riserva il diritto di sciogliere il servizio unilateralmente secondo le proprie politiche interne, quanto questo utente è libero?

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